“Ti ucciderò perché ti amo”. Mamma di due bimbe ammazzata dall’ex. Lo aveva già denunciato
"Ti ucciderò perché ti amo", ha detto al telefono il femminicida a Maria Alejandra alcuni giorni prima di commettere il delitto, a Tucuman, Argentina. Dopo aver registrato quella minaccia, la 22enne si è recata alla stazione di polizia di El Colmenar e per sporgere denuncia. Lì, dopo molte resistenze le hanno permesso di denunciare. Quanto alla messa in protezione che la ragazza, madre di due bambine, chiedeva, le hanno detto che quando sarebbe finita la quarantena, le avrebbero dato "cure psicologiche". Pochi giorni dopo è stata ammazzata.
Il killer, padre delle due figlie di Alejandra Samiento, Edmundo Martínez (55) da cui era separata, l'ha aggredita mentre usciva da casa di sua sorella Cecilia, da cui si era rifugiata, per andare a comprare del cibo. Quando ha capito cosa stava succedendo, Cecilia Samiento ha provato a difendere Alejandra, restando a sua volta ferita nella colluttazione con l'aggressore, ma non ha potuto impedire il delitto. Una delle figliolette della vittima, svegliata dal sonno dalle urla, ha assistito allo spettacolo del corpo senza vita di sua madre riverso nel sangue sul patio. Edmundo Martínez (55), il femminicida è stato bloccato in flagranza di reato da un poliziotto che si trovava in zona e arrestato.
“Ha fatto tutto quello che doveva fare" commenta, disperata Beatriz Ramírez, cugina della vittima. "È andata tre volte alla polizia a denunciare le minacce di morte e non hanno fatto nulla. Non è andata in tribunale per il rispetto della quarantena. Non sarebbe dovuto succedere, stiamo parlando di una vita umana". Le indagini hanno stabilito che c'erano precedenti denunce della donna contro il suo ex per altri episodi di violenza di genere e che l'uomo ha agito in violazione delle misure restrittive imposte dalla giustizia. Tucumán è una delle province che non ha aderito alla Legge Micaela, che prevede una formazione obbligatoria in materia violenza contro le donne per tutte le persone che lavorano nel servizio pubblico.