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Thailandia, ragazzi intrappolati nella grotta: soccorritore muore per mancanza d’ossigeno

Dramma in Thailandia: uno dei Navy Seals impegnato nelle operazioni per liberare i dodici ragazzi intrappolati col loro allenatore nella grotta di Tham Luang è morto per mancanza di ossigeno. L’uomo, che aveva 38 anni, ha perso conoscenza sulla via del ritorno, e i tentativi di farlo rianimare sono falliti.
A cura di Susanna Picone
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Uno dei soccorritori impegnati in Thailandia per liberare i dodici ragazzi intrappolati nella grotta di Tham Luang insieme al loro allenatore è morto. Si tratta di un trentottenne Navy Seals thailandese morto – a dare la triste notizia è stato il portavoce delle operazioni di soccorso – per mancanza di ossigeno. Il soccorritore ha perso conoscenza sulla via del ritorno, e i tentativi di farlo rianimare sono falliti. La morte del trentottenne ha scosso l'intera comunità di parenti, volontari e giornalisti raccolta all’esterno della grotta a questo punto le autorità pensano di dover considerare più seriamente l'ipotesi di attendere la fine dei monsoni per liberare i ragazzi.  Finora le squadre di soccorso hanno continuato a valutare tutte le opzioni e i ragazzi, molti dei quali incapaci di nuotare, continuano a essere addestrati alle immersioni.

Servono 11 ore per percorrere la grotta – Secondo quanto calcolato, ci vogliono 11 ore per compiere il tragitto di andata e ritorno tra l'entrata della grotta Tham Luang e il punto dove i 12 giovani calciatori e il loro allenatore sono bloccati dal 23 giugno. Lo hanno rivelato alcuni soccorritori che hanno percorso avanti e indietro i quattro tortuosi chilometri di distanza, parte dei quali ancora sommersi. In particolare, mentre il primo tratto consente di camminare con i piedi nell'acqua, l'ultimo chilometro abbondante tra la terza base intermedia – che funge da area di sosta e di rifornimento per i soccorsi – e i ragazzi, viene percorso in circa tre ore. È improbabile che il percorso venga liberato dall'acqua prima del weekend e anche per questo squadre di soccorritori stanno perlustrando la giungla sulle pendici della montagna nella speranza di individuare un'entrata alternativa dalla quale possano essere fatti uscire i ragazzi.

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