Thailandia completamente sommersa: 280 morti (VIDEO)
La Thailandia è sott'acqua flagellata dalle inondazioni
Bangkok e oltre 30 province centro-settentrionali sono in una situazione d'emergenza assoluta.
Da una settimana la Thailandia è invasa dalle acque, è un Paese in apnea. Fino a pochi giorni fa sembrava che la capitale Bangkok fosse stata risparmiata dal disastro: gli allagamenti erano stati minori rispetto a quelli verificati in altre città ed erano quelli a cui i thailandesi sono sempre stati abituati durante le pesanti stagioni delle piogge. Ma il weekend ha messo anche la metropoli a dura prova, la città è in piena emergenza e le vittime sono arrivate quasi a 300. La piena del sistema fluviale che confluisce nel delta del Chao Praya ha portato danni di 2,5 miliardi di euro. L'area industriale della città di Ayutthaya è stata costretta a serrare 190 fabbriche perché l’acqua era arrivata a 5 metri di altezza.
Si tratta della peggiore stagione dei monsoni degli ultimi 50 anni: si contano da luglio più di 500 vittime per frane e distruzioni tra Thailandia, Cambogia e Vietnam. Gli stessi soccorsi sono stati e restano complicati perché le linee ferroviarie e le autostrade sono totalmente annientate dall'acqua e ogni operazione viene ostacolata dal cattivo tempo incessante. Solo nelle ultime ore le piogge sembrano essersi assestate, almeno nelle zone maggiormente colpite.
Forte è il risentimento del popolo che attribuisce la colpa allo Stato poiché, sebbene cosciente degli ingenti rischi a cui è perennemente esposto il Paese a causa delle alluvioni, non ha mai allestito un piano efficace per correre adeguatamente ai ripari. E soprattutto il popolo delle zone di campagna è profondamente colpito dalle misure prese dallo Stato che, per salvare la metropoli, aveva aperto i canali in punti strategici allagando i campi e distruggendo tutti i raccolti e quindi la stessa economia. A causa delle inondazioni la gente continua a morire; a chi si addebita tutto questo? Accanto alla tragedia ambientale, anche i problemi politici.
Il nuovo Primo Ministro Yingluck Shinawatra sta ponendo rimedio preparando centri di emergenza e servendosi delle forze armate. Eppure ha ammesso che "la capitale non è preparata per la prevenzione delle inondazioni". Non esistono misure di sicurezza, non esiste una gestione regolare del problema che continuerà a presentarsi. Il governatore ha recitato preghiere alla dea del fiume sperando di spingere l'acqua del Chao Praya verso il mare. Basteranno le preghiere e i riti taumaturgici a ripristinare un Paese martoriato dal disastro?