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Thailanda, i soldati potranno liberamente arrestare cittadini sospetti

Il provvedimento è stato fortemente contestato dalle associazioni per i diritti umani.
A cura di D. F.
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I soldati dell'esercito tailandese sono stati legittimati dal capo della giunta militare che guida il paese asiatico a effettuare arresti come fossero poliziotti. A stabilirlo un decreto firmato dal primo ministro Payut Chan-ocha nella tarda serata del 29 marzo: la legge è stata fortemente criticata dalle associazioni per la tutela dei diritti umani, che hanno accusato il premier di voler ancora una volta ledere le libertà civili con la scusa del mantenimento della sicurezza nazionale.

Il provvedimento, ufficializzato con la pubblicazione sulla "Thailand’s Royal Gazette", ha come titolo "L’oppressione dei crimini che possono minacciare l’economia e la società thai". Le leggi danno agli ufficiali di esercito, marina militare e aviazione, che siano sottotenenti o di grado superiore, il potere di convocare, arrestare e tenere in detenzione fino a sette giorni persone sospettate di aver compiuto 27 crimini fra cui traffico umano, estorsione, diffamazione, gioco d’azzardo e prostituzione. Secondo l'agenzia Asianews il generale Prayut ha emesso il decreto avvalendosi dell’articolo 44 della Costituzione, di fatto un sostituto della legge marziale che concede al premier il potere di emettere decreti legge per "bloccare o sopprimere" generiche"«minacce alla sicurezza nazionale o alla monarchia" e fare qualsiasi cosa per garantire la sicurezza e l’unità del Paese.

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