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Texas: per legge sarà obbligatoria l’ecografia prima dell’aborto

Da oggi una legge obbligherà le donne texane che hanno deciso di abortire a sottoporsi ad un’ecografia onde valutare “al meglio” le conseguenze della propria scelta.
A cura di Nadia Vitali
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feto

Non so se ricordate Juno, la tenera adolescente protagonista dell'omonimo film di qualche anno fa: rimasta incinta dopo la sua prima esperienza sessuale, la ragazzina decide di dare in affidamento il nascituro, senza volerne sapere più niente. Film di rara intelligenza, che sollevava problematiche senza scadere nel semplicistico e, quasi sempre scontato, giudizio. Pensavo a Juno oggi, a quando una sua compagna del liceo attivista anti-aborto per dissuaderla dall'idea di interrompere la gravidanza le diceva "Lo sai che il tuo bambino ha già le unghie?", pensavo proprio alla rara capacità grazie alla quale si può riuscire a trattare un argomento delicato come l'aborto senza bigottismo e pregiudizi, mentre leggevo dell'ultima legge che è stata approvata nel Texas.

Quasi una risposta, sembrerebbe, alle belle parole che in occasione della festa della donna vengono ripetute puntualmente, a proposito di diritti conquistati e da conquistare: diritti calpestati da questo Stato americano in cui una donna che abbia preso la decisione di abortire da oggi per legge sarà obbligata, tra le 72 e le 24 ore precedenti l'intervento, a sottoporsi ad una ecografia durante la quale dovrà, dunque, vedere il feto che porta in grembo e, nel caso in cui sia possibile, ascoltarne anche il cuore battere. Il testo originario dispensava da tale costrizione le donne vittime di violenza sessuale o incesto; ma nel passaggio della legge dal Senato alla Camera, in cui i Repubblicani hanno una maggioranza più forte, anche queste due eccezioni sono state annullate.

Oggi nel 2011, dunque, bisogna ancora interrogarsi sui diritti delle donne nelle grandi democrazie occidentali. Se è possibile che si possa anche solo pensare una legge del genere, per non parlare dell'approvarla, invasiva, umiliante per non dire barbara, in un paese che fa della libertà la propria bandiera e il proprio vanto. Se si può permettere a degli uomini di uccidere in nome della giustizia (superfluo dire che il Texas applica la pena di morte: è lo Stato Americano che vanta il maggior numero di esecuzioni capitali), mentre una donna che vorrebbe decidere esclusivamente del proprio corpo, debba essere sottoposta ad un'esperienza contro la propria volontà che, certamente, non potrà essere, almeno in buona parte dei casi, vissuta altrimenti che come un trauma vero e proprio. Questa legge ci riporta indietro di decenni, se non ne metodi, certamente nella percezione che si vuole suggerire della donna e, soprattutto, della donna che osa scegliere. Violenza ed autorità cieca, sono le due matrici di questo ennesimo vilipendio al genere femminile che viene da un paese più ad occidente di noi.

Una proposta era giunta dal parlamentare democratico Harold Dutton nella speranza di ingentilire la legge: se l’ecografia avesse comportato la conseguente scelta della donna di non abortire più, lo Stato avrebbe dovuto provvedere alle spese per l’istruzione universitaria e a coprire l’assicurazione sanitaria fino al raggiungimento della maggiore età da del nascituro. Naturalmente, anche questa è stata calpestata.

Sid Miller, repubblicano e uno degli autori della nuova norma ha naturalmente sottolineato come questa legge nasca semplicemente dalla preoccupazione che le donne non capiscano fino in fondo quali sono le conseguenze del proprio gesto, sia mediche, sia psicologiche. Su queste ultime, adesso, Sid Miller, potrà stare tranquillo. Finalmente la luce della conoscenza, tramite l'ecografia giungerà anche alle donne texane, insomma.

Prima legge del 2011 ad essere varata dalla Camera dei Rappresentanti dello Stato del Texas e fortemente voluta dal governatore Rick Perry allo scopo, con tutta probabilità, di mostrare la propria forza politica e l'orientamento che si vorrebbe anche dal Governo centrale, a fronte dell'indebolimento della coalizione democratica, dopo le elezioni di medio termine: ancora una volta il corpo della donna, senza vergogna e pudore, è uno strumento asservito alle voglie, ai desideri e ai bisogni altrui. In Occidente.

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