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Test a tappeto, mascherine e scuole chiuse: il virus Nipah mette in allarme l’India

Si tratta di un virus già noto e che ha già colpito il Paese in passato ma che purtroppo al momento non ha un vaccino per contrastarlo. Il focolaio di contagio da Nipah sta interessando lo stato meridionale del Kerala dove l’allerta è massima dopo due morti accertati.
A cura di Antonio Palma
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Scuole chiuse in molti distretti, test su centinaia di persone e l'indicazione di indossare le mascherine da parte delle autorità sanitarie, sono le precauzione adottate negli ultimi giorni in India per far fronte al virus Nipah dopo la scoperta di un piccolo focolaio di contagio che ha portato a due morti. Si tratta di un virus già noto e che ha già colpito il Paese in passato ma che purtroppo al momento non ha un vaccino per contrastarlo e il trattamento per chi viene contagiato è limitato alla terapia di supporto.

Il focolaio di contagio da Nipah sta interessando lo stato meridionale del Kerala, non nuovo a questo tipo di epidemie tra cui la prima nel 2018 che ha ucciso 17 persone e causato un panico diffuso nello stato. Secondo quanto comunicato dal primo ministro del Kerala, il virus è stato rilevato nel distretto di Kozhikode, dove si registrano i due decessi e dove sono scattate immediatamente le contromisure.

Virus Nipah in India: due morti e 5 casi confermati

Al momento i casi confermati dai test son cinque tra cui i due morti. Le vittime sono un uomo di 40 anni uno di 49 anni mentre i contagiati sono parenti stretti che avevano avuto contatti diretti con loro. I test però continuano in tutta la zona e il ministro della Sanità ha affermato che le misure preventive e di gestione delle malattie, secondo il protocollo Nipah del governo statale, sono state attivate e sono in corso intense misure di tracciamento dei contatti.

Il problema è che il caso considerato come paziente zero è morto con sintomi simili alla polmonite in un ospedale privato il 30 agosto ma l'allarme è partito solo nei giorni scorsi. Il Ministro ha detto che il paziente soffriva di altre malattie, per cui la sua morte era stata considerata dovuta a complicazioni derivanti da queste. Le autorità di un altro ospedale hanno sospettato del virus Nipah solo quando quattro membri della sua famiglia sono stati ricoverati il 9 e 10 settembre con sintomi atipici di febbre e polmonite. Alcuni sono ora in gravi condizioni.

La seconda persona deceduta è stata ricoverata lunedì nello stesso ospedale con febbre e sintomi simili alla polmonite. Secondo le autorità, i due deceduti sono entrati in contatto in ospedale dove il primo paziente era ricoverato. Finora in Kerala più di 700 persone sono state identificate come contatti stretti e sono sottoposte a test per il virus. Nel frattempo, sette villaggi sono stati dichiarati “zone di contenimento”.

Esortando i residenti a prestare attenzione e a seguire le linee guida di sicurezza del dipartimento sanitario, il primo ministro però ha chiesto a tutti di non creare situazioni di panico ma di affrontare il problema con cautela. Il ministro della salute, invece, ha esortato le persone a indossare mascherine per il viso e ad effettuare visite ospedaliere solo per urgenze.

Le epidemie di Nipah in India e nel Kerala

Fino ad oggi il Kerala era stato scenario di tre epidemie di Nipah. La prima nel maggio 2018 ha causato la morte di 17 persone. L’anno successivo sono finite sotto sorveglianza più di 300 persone dopo che a un uomo fu diagnosticato il virus. Lo stato ha avuto un'altra epidemia nel 2021, quando il virus ha ucciso un bambino di 12 anni.

Come spiega il nostro Ministero della Salute, il Nipah è un virus che "circola nei pipistrelli e che si trasmette all'uomo attraverso il contatto con animali infetti o ingerendo cibo contaminato. I pipistrelli della frutta o le volpi volanti (specie Pteropus) sono gli ospiti naturali del virus Nipah ma può anche essere trasmesso direttamente da persona a persona attraverso contatti stretti con una persona infetta".

L’infezione da virus può causare malattie da lievi a gravi. I sintomi spesso iniziano con mal di testa e sonnolenza, ma possono portare a conseguenze più gravi in pochi giorni. Può anche causare la sindrome respiratoria acuta e una encefalite fatale, un’infiammazione del cervello. "Il tasso globale di letalità è stimato tra il 40% e il 75%, a seconda delle capacità locali di sorveglianza epidemiologica e gestione clinica. Sebbene gli antivirali siano in fase di sviluppo, non sono disponibili
vaccini o terapie autorizzati per la prevenzione o il trattamento dell'infezione da virus Nipah" spiegano dal Ministero della salute italiano.

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