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Terrorismo, vertice ministri Ue: “Più controlli e condivisione delle informazioni”

Ad essere discussa ieri, in particolare, è stata la condivisione del registro dati dei passeggeri degli aerei – Pnr. Alfano: “Al lavoro su una strategia nazionale antiradicalizzazione, per evitare che venga piantato un seme che poi dia negli anni a venire un frutto avvelenato. Da questo punto di vista l’Italia è un Paese sano”.
A cura di Claudia Torrisi
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Un minuto di silenzio a Bruxelles per le vittime degli attentati

Il terrorismo è veloce, l'Europa spesso è lenta. Quindi "non possiamo considerare che tutto sia come prima. Non possiamo decidere e poi non realizzare le decisioni perché ciò sarebbe un regalo ai terroristi ed il fallimento dell'Europa". È questo secondo il ministro dell'Interno Angelino Alfano il punto fondamentale nella lotta alla minaccia jihadista. "Occorre mettersi tutti attorno a un unico luogo, attorno a un tavolo, per riuscire a scambiarsi informazioni anche informalmente, senza troppe procedure – ha aggiunto ieri partecipando al Consiglio straordinario dei ministri di Interno e Giustizia europei- in modo tale che ci sia una circolazione capace di produrre esattamente quello che accade in Italia: cioè un'analisi su elementi anche apparentemente irrilevanti ma che possano poi risultare decisivi per cacciare dal nostro territorio qualcuno che è pericoloso per la sicurezza nazionale".

Database condivisi tra gli Stati Ue

Al termine della riunione tenutasi dopo gli attentati a Bruxelles, i 28 ministri degli Interni Ue hanno firmato una risoluzione in dieci punti che vuole essere una "risposta alla minaccia terroristica": più interscambio tra i database degli stati, più collaborazione e condivisione di informazioni, rafforzare i controlli congiunti. "Abbiamo bisogno di parlare, i nostri sistemi devono parlare, non possiamo mettere i dati in scatole nere, devono essere messi in comune", ha detto il commissario europeo per gli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, che ha ammesso che la riunione di ieri ricordava molto quella del dopo Parigi: "Ogni volta che ci riuniamo, ripetiamo le stesse cose: impegni parole che non servono a niente se non vengono attuate".

Ad essere discussa, in particolare, è stata la condivisione del registro dati dei passeggeri degli aerei – Pnr. Spesso accantonata perché considerata una misura "invasiva della privacy", adesso sull'onda degli attentati di martedì la possibilità sembra aver trovato il favore dei governi Ue. Si tratta di concedere per esigenze antiterrorismo l'accesso alle banche dati contenenti tutte le informazioni che i passeggeri hanno fornito alle compagnie aeree – dai dati personali, ai bagagli, ai metodi di pagamento. La direttiva sul Pnr dovrebbe essere adottata ad aprile.

Altro punto: un metodo più rapido ed efficace per ottenere prove informatiche, intensificando la cooperazione con  paesi terzi e con provider attivi sul territorio europeo. Un obiettivo da mettere a punto entro la riunione del Consiglio europeo di giugno. Torna, poi, l'idea dell'introduzione di controlli sistematici alle frontiere esterne per tutti i cittadini, compresi quelli comunitati. Anche questa proposta era nata all'indomani degli attacchi di Parigi.

Il quotidiano La Repubblica riporta, infine, che nelle prossime settimane, invece, la Commissione europea dovrebbe presentare una "comunicazione specifica sull'uso delle tecnologie legate ai movimenti migratori": potrebbe trattarsi di un sistema di controllo dei dati biometrici per i cittadini extracomunitari in entrate e uscita da Schengen. A frenare è la questione costi: per mettere in pratica questa possibilità servono specifiche apparecchiature negli aeroporti internazionali. E sempre sugli scali c'è al vaglio la possibilità di scanner a raggi x per il controllo dei bagagli agli ingressi dei terminal, in modo da evitare l'ingresso di ordigni come accaduto a Zaventem.

Alfano: "Strategia nazionale antiradicalizzazione"

Sempre ieri prima di entrare al vertice Alfano ha fatto sapere di essere al lavoro su una "strategia nazionale antiradicalizzazione, per evitare che venga piantato un seme che poi dia negli anni a venire un frutto avvelenato. Da questo punto di vista l'Italia è un Paese sano". "L'Italia – ha aggiunto il titolare del Viminale – da questo punto di vista è un Paese sano e noi dobbiamo, nel legame che la cultura ha con la sicurezza, varare un piano nazionale anti-radicalizzazione. L'Europa è lenta, il terrorismo veloce". L'obiettivo riuscire a costituire un coordinamento tra enti già esistenti per raccogliere ogni segnale utile dal territorio per combattere la radicalizzazione. Per far questo, ha spiegato il ministro "il punto di riferimento rimane la Prefettura", coadiuvata da task force interministeriali e con il coinvolgimento di scuole, asl, Comuni grazie a piani di rieducazione e progetti che propongano "una contronarrativa opposta a quella dello Stato Islamico". Il progetto sarà presentato al Consiglio dei ministri entro aprile.

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