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Terribile è la notte di Nizza. Tu dici Francia, ma è quasi Italia

Nizza è a due passi dall’Italia, tanti i legami di questa città violentata dalla follia terroristica col nostro Paese. E ora un luogo di paradiso è diventato uno scenario di morte. Il terrore ha vinto. E chissà per quanti anni resterà così.
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Non è la tenera notte di Scott Fitzgerald, non è la prestigiosa Côte d'Azur dal mare cristallino. È l'aria mefitica e il sangue, la certezza che ancora una volta il terrore ha giocato a dadi con la vita delle persone e ha vinto, ha vinto. Tu dici Nizza, Costa Azzurra, io dico Nizza Marittima, un pugno di chilometri dopo Ventimiglia, mare, passeggiata, palazzi «anche da noi dovrebbero far così!» i signor Bianchi emigrati un tempo e diventati Blanc, le signore Del Ponte oggi eleganti e pretenziose Dupont. Tu dici Nizza, io dico finestra affacciata sull'Italia.

Io dico che oggi siamo noi a incrociare le braccia e guardare ancora una volta, increduli, cos'è il terrore. Abbiamo versato lacrime per la multietnica megalopoli Parigi, per Nizza faremo altrettanto ma con una consapevolezza in più: è successo sotto casa nostra, è successo davanti al confine italiano, nel posto in cui l'unica battaglia era quella dei fiori a Carnevale sulla Promenade des Anglais oggi ci sono settanta – secondo un primo bilancio destinato a peggiorare – morti a terra.

Un attentato terroristico, le lacrime e quel che ne consegue. Durerà chissà quanti anni, la ferita nizzarda, chissà per quanto un luogo di svago, bellezza e divertimento dovrà spazzare sangue dalle sue strade per tentare di dimenticare  quel che è stato il 14 luglio 2016. Chissà quando ci si potrà sedere sulle chaises bleues e tornare a rimirare il sole che abbraccia il mare.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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