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Terremoto in Turchia e Siria

Terremoto Turchia e Siria, situazione ad Aleppo post apocalittica: “Disastro dopo guerra e colera”

La testimonianza a Fanpage.it di Giovanni Cesari, responsabile dell’Unità emergenza di WeWorld, che ha un team anche ad Aleppo, tra le zone più colpite dal terremoto che ha devastato Siria e Turchia: “Situazione difficile per un Paese che da 12 anni vive una delle guerre più atroci dell’ultimo secolo”.
A cura di Ida Artiaco
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Foto del team WeWorld ad Aleppo.
Foto del team WeWorld ad Aleppo.
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"Da Aleppo arrivano immagini post apocalittiche. Il terremoto di stanotte è un disastro naturale che si va ad aggiungere alle crisi che il Paese sta affrontando negli ultimi anni dalla guerra al Covid e in ultimo l'epidemia di colera".

A parlare a Fanpage.it è Giovanni Cesari, responsabile dell'Unità emergenza di WeWorld, organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 27 paesi del mondo.

Da circa 10 anni un loro team è impegnato anche in Siria, in particolare nella zona di Aleppo, una delle più duramente colpite dal terremoto verificatosi lunedì nella notte tra domenica e lunedì in Turchia e Siria.

I ragazzi della squadra di WeWorld sono tutti illesi, anche se sotto choc, e quello che stanno vedendo assomiglia ad un film post apocalittico. "Ci sono strade crollate, detriti ovunque, per non parlare degli edifici. A decine sono stati distrutti", ha detto Giovanni.

Foto del team WeWorld ad Aleppo.
Foto del team WeWorld ad Aleppo.

Questo perché la Siria, e soprattutto Aleppo, "è caratterizzata da un contesto urbano fortemente influenzato dalla guerra. Dopo 12 anni di conflitto gli edifici sono pericolanti e non hanno una struttura solida".

Il team di WeWorld è subito intervenuto per fare una conta dei danni e offrire una prima assistenza alla popolazione, in particolare quella vulnerabile.

"La situazione è molto complessa  – ha spiegato Cesari -. Il governatorato di Aleppo, quello più colpito dal terremoto, ha una popolazione di oltre 4 milioni di persone. La sola città di Aleppo ha oltre un milione e mezzo di abitanti per cui parliamo di numeri grandi di persone colpite, che crescono di ora in ora. Al momento si parla di 500 morti, 1300 feriti, dozzine di dispersi e centinaia di sfollati".

Foto del team WeWorld ad Aleppo.
Foto del team WeWorld ad Aleppo.

Il governo ha istituito rifugi nelle scuole, che si sono riempite di sfollati. Anche il team di WeWorld sta facendo assistenza "in coordinamento con le altre associazioni guidate dall'agenzia delle nazioni unite per evitare caos. Inoltre gli ospedali sono pieni e le scuole sono chiuse per poter essere utilizzate come rifugi".

Insomma, la situazione è molto difficile. "Parliamo di una popolazione che da 12 anni vive una guerra tra le più atroci dell'ultimo secolo. Il sisma è un disastro naturale che si va ad aggiungere alle crisi che la Siria sta affrontando, da quella economica al conflitto al Covid fino all'epidemia di colera che va avanti da diversi mesi. Inoltre ci sono decine di morti per il freddo ogni inverno. Resta uno dei Paesi che più necessita di assistenza umanitaria", ha concluso Cesari.

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