Terremoto, la Nuova Zelanda si ferma per commemorare le vittime
La Nuova Zelanda ha osservato oggi due minuti di silenzio in memoria delle vittime del terremoto di Christchurch, durante il quale hanno perso la vita 155 persone, una cifra che purtroppo potrebbe arrivare a 240 perchè sono ben 85 le persone disperse. Alle 12 e 51 ora locale (23:51 in Italia), a una settimana esatta dal terremoto, le bandiere hanno sventolato a mezz'asta e le persone hanno affollato i centri religiosi unendosi commossi nel ricordo della tragedia che ha sconvolto la Nuova Zelanda.
Il primo ministro del paese, John Key, ha presidiato una cerimonia solenne a Christchurch, la principale città dell'Isola del Sud della Nuova Zelanda e con una popolazione di circa 400.000 abitanti, si è impegnato a ricostruire la città ed a formare una commissione d'inchiesta per indagare sul perchè così tanti edifici sono crollati. "Dobbiamo dare risposte alla popolazione e trarre insegnamenti da questa esperienza".
Intanto i soccorritori, che da sette giorni scavano nelle macerie, hanno escluso la possibilità di trovare dei superstiti; le loro ricerche sono state, tra l'altro, ostacolate da continue scosse, la più forte di 4,3 gradi della scala Richter e che si è verificata oggi facendo piombare di nuovo la città nel terrore. La Nuova Zelanda che dovrà affrontare nei prossimi mesi una difficile situazione economica aggravata dal costo dei danni e della ricostruzione, si è rimboccata già le maniche. Il ministro delle Finanze neozelandese, Bill English, ha dichiarato che il PIL non crescerà fino al prossimo mese di giugno e che i danni del terremoto ammonterebbero a circa 12.000 milioni di dollari.
Al disastro provocato dal terremoto si aggiungono anche numerosi atti di sciacallaggio come ha spiegato la polizia locale. "Sono disgustato da questi criminali che pensano al disastro come un'opportunità per depredare le persone vulnerabili", ha dichiarato a Radio New Zealand il sovrintendente della polizia, Russell Gibson.