Terremoto in Nuova Zelanda: si aggrava il bilancio delle vittime
Dopo la scossa di magnitudo 6,3 della Scala Richter che ieri ha messo in ginocchio la città di Christchurch, continua a salire il bilancio dei morti del terremoto in Nuova Zelanda: si contano 75 morti e circa 300 dispersi, centinaia anche i feriti e il numero delle vittime è destinato a salire durante le prossime ore.
I soccorsi non si fermano e durante la notte numerose sono state le operazioni di recupero dei superstiti intrappolati nelle macerie: 120 i corpi estratti dagli edifici nelle prime ore. A fianco dei vigili del fuoco lavorano militari e volontari, mentre elicotteri e gru stanno tentando di salvare coloro che si trovano ai piani alti degli edifici in crollo. A compromettere la riuscita delle operazioni una situazione generale nefasta che coinvolge le vie di collegamento stradale invase dall'acqua e dal fango, rendendo difficoltoso l'arrivo dei soccorsi e il trasporto dei feriti negli ospedali delle città vicine. Ulteriori ostacoli sono rappresentati dalle numerose scosse di assestamento che potrebbero radere al suolo anche le strutture al momento pericolanti; il tutto mentre la città è ancora sprovvista di elettricità.
Mentre gli italiani di cui si ha notizia e che alle 12.51 di ieri si trovavano nei pressi della città di Christchurch sono tutti illesi, si conta un numero cospicuo di stranieri tra i dispersi: alcuni sono studenti che ieri erano in visita al palazzo della Canterbury Television e che dopo la scossa si è tragicamente accartocciato su se stesso; mancano all'appello anche 23 giapponesi, di cui una decina coinvolti dal crollo del King's Education College, 4 australiani e 2 sudcoreani.
Un bilancio terrificante che ha messo in ginocchio la Nuova Zelanda, una zona in cui la frequenza dell'attività sismica è notevole e che nei mesi precedenti aveva coinvolto l'attività della faglia Alpine Fault. L'ultimo evento di consistenza rilevante va ricondotto al 4 settembre 2010, quando la magnitudo sfiorò i 7,1 gradi della scala Richter; pertanto alcuni studiosi ritengono la scossa attuale una manifestazione intensa di una scossa di assestamento. Mentre il precedente sisma aveva coinvolto la faglia a 10 km di profondità, facendo sì che la zona di Canterbury riportasse danni più lievi; l'episodio di ieri, invece, è avvenuto a 5 km di profondità della faglia e l'epicentro è stato localizzato molto più vicino alla città rispetto al precedente.