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Terremoto in Giappone, il fantasma di Chernobyl incombe sul Paese. E’ allarme nucleare, evacuate 45.000 persone

Il terribile terremoto dell’11 marzo ed il conseguente tsunami, che hanno colpito il Giappone provocando più di 1.000 morti, hanno danneggiato gravemente due centrali nucleari. Il governo nipponico, per questo motivo, ha evacuato 45.000 persone.
A cura di Cristian Basile
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centrale nucleare giappone

Il fantasma di Chernobyl è riapparso un'altra volta ieri davanti agli occhi del mondo. Il terrificante terremoto di ieri in Giappone, potrebbe far sprofondare in una situazione di drammatica emergenza le grandi centrali nucleari di Fukushima I e II, situate a 240 chilometri da Tokyo. Nella prima, infatti, non funzionano i sistemi di raffreddamento di uno dei sei reattori ed i livelli di radioattività sono saliti di oltre 1.000 volte sopra la soglia di normalità all'interno del reattore, secondo quanto informa l'Agenzia per la Sicurezza Nucleare e Industriale, la quale, però, ha escluso che l'aumento in questione possa rappresentare una "minaccia immediata per la salute pubblica".

Nella seconda centrale, l'impresa responsabile, la Tokyo Electric Power Company, stanotte ha riconosciuto  di aver perso il controllo della pressione di altri tre reattori. Il Governo giapponese, che durante ore prima aveva tranquillizzato la popolazione, ha costretto 45.000 persone che vivono nei dintorni delle centrali, ad evacuare immediatamente la zona. Lo spaventoso terremoto ed il conseguente tsunami alto più di dieci metri hanno provocato ieri lo spegnimento automatico di 11 delle 54 centrali nipponiche ed ha obbligato il Governo giapponese a decretare lo stato di emergenza nucleare.

Dopo aver invitato i giapponesi alla calma, lo stesso Governo ha però riconosciuto la possibilità di una "piccola" fuga radioattiva. In seguito, se ancora c'erano dei dubbi sulla reale gravità della situazione nelle centrali colpite dal terremoto e dallo tsunami, un annuncio della segretaria di Stato degli USA, Hillary Clinton, ha spazzato via ogni sospetto, confermando di aver inviato in Giappone materiale di raffreddamento per le centrali danneggiate.

L'obiettivo è quello di stabilizzare la temperatura del combustibile nel reattore in pericolo ed evitare le peggiore delle situazioni: il riscaldamento incontrollato del nucleo, la sua possibile fusione e la liberazione di particelle radioattive.

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