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Terremoto in Giappone, centinaia di bambini soli in cerca dei genitori

Ricongiungere i bambini ai propri genitori e portare conforto psicologico a quelli rimasti soli. L’allarme lanciato da Save The Children: sono migliaia quelli lasciati soli, drammatica la situazione a Sendai. AGIRE monitora la situazione, per il pericolo di nuovi terremoti e tsunami.
A cura di Alessio Viscardi
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Gli effetti del devastante terremoto in Giappone e dello Tsunami a Sendai sono infiniti: l'esplosione della centrale nucleare di Fukushima, oltre 10 mila morti e un numero infinito di bambini rimasti soli, senza genitori. È una vera emergenza umanitaria e le prime agenzie umanitarie giunte nel paese comunicano drammatici resoconti. Le uniche Ong presenti sono Save The Children e Vis (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo). Particolare attenzione è rivolta al ricongiungimento familiare per tutte le centinaia di bambini che sono rimasti da soli dopo il cataclisma e che sono alla disperata ricerca dei genitori. Purtroppo, molti di questi sono rimasti orfani e hanno bisogno di un forte sostegno psicologico dopo il dramma a cui sono sopravvissuti. Save The Children sta allestendo degli spazi per venire in contro alle loro esigenze.

Ian Woolverton e Eiichi Sadamatsu, portavoce di Save The Children, testimoniano il dramma della prefettura di Miyagi e nella capitale Sendai: “Stiamo vivendo un'esperienza assai dura che ci sta mettendo un po' tutti alla prova. Al momento è tutto fermo, non funziona nulla, non è possibile utilizzare ancora i telefoni, si comunica solo via internet, per fortuna, ma da domani cominceranno i black out programmati e questo complicherà un po' le cose”.

Sono 12 le Ong italiane che si stanno coordinando per portare aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto in Giappone. La protezione civile giapponese sta lavorando ottimamente per portare soccorso ai concittadini in difficoltà e le organizzazioni internazionali si coordineranno con le autorità locali per definire meglio interventi mirati. L'associazione AGIRE monitora la situazione, perché dopo lo Tsunami di venerdì scorso le conseguenze sono imprevedibili. Inoltre, AGIRE ha attivato presenze operative in tutti i paesi raggiungibili dalle onde distruttive dello Tsunami: Indonesia, Filippine, Papua Nuova Guinea, Isole Salomone, Messico, Nicaragua, Guatemala, Colombia, Ecuador, Perù e Cile.

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