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Terremoto Giappone, è emergenza umanitaria: milioni di persone senza elettricità nè acqua

Il terremoto e lo tsunami di venerdì hanno messo in ginocchio il Giappone che si appresta ad affrontare la peggiore crisi dalla seconda guerra mondiale. Milioni di persone sono senza acqua nè elettricità.
A cura di Cristian Basile
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dopo tsunami

Lunghe file di auto fanno la fila per riempire i serbatoi delle auto. La benzina scarseggia e migliaia si persone si sono rifugiate a Yamagata, la città più vicina all'inferno causato dal terremoto e dal conseguente tsunami che venerdì hanno sconvolto il Giappone. Yamagata si trova a 50 chilometri da Sendai, una delle località più colpite dal sisma, che si trovava ad appena 130 chilometri dall'epicentro del terremoto, il più potente che ha colpito il Giappone da 150 anni.

L'entità della catastrofe, che già si intuisce a Yamagata, diventa sempre più chiara con il passare dei giorni. Più di 10.000 morti, 21.000 case distrutte, più di 400.000 persone evacuate, soprattutto dai dintorni delle centrali nucleari danneggiate, 2 milioni di case senza elettricità, 1,5 milioni senza acqua corrente. I rifugiati hanno trovato alloggio nelle scuole, nei palazzetti dello sport e negli edifici del governo.

E' questo il bilancio provvisorio della più grande emergenza umanitaria che sta vivendo il Giappone dalla seconda guerra mondiale, secondo quanto affermato dal Governo che ieri ha deciso inviare 100.000 soldati nelle zone colpite dal sisma per partecipare ai lavori di soccorso e per distribuire i beni di prima necessità. Solo nella prefettura di Miyagi si teme che siano morte 10.000 morti. Gli alberghi di Yamagata sono tutti pieni, i suoi clienti sono le persone fuggite dalla distruzione e dall'orrore, molti di loro di Sendai, dove il muro di acqua ha travolto case, auto, barche e qualsiasi cosa incontrava lungo il suo devastante incedere.

Molte altre persone sono giunte nella città per cercare parenti scomparsi davanti alla mancanza di informazioni e con l'impossibilità di contattarli telefonicamente. Le linee ferroviarie verso il nord dell'isola da Tokyo sono interrotti e molte strade restano chiuse. Il Giappone è in ginocchio, ha accettato immediatamente gli aiuti internazionali e si appresta ad affrontare uno dei momenti più neri della sua storia con la solita compostezza, umiltà, coraggio e dignità che contraddistinguono il popolo nipponico.

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