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Tensione in Kosovo, ustioni e fratture per i 14 militari italiani feriti negli scontri a Zvecan

Cresce la tensione in Kosovo all’indomani degli scontri tra militari della Kfor e manifestanti serbi. Sono 14 gli italiani feriti, tra cui tre gravi che hanno riportato ustioni e fratture.
A cura di Chiara Ammendola
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Cresce le tensione in Kosovo dopo gli scontri avvenuti ieri a Zvecan tra i militari della Kfor, forza militare internazionale guidata dalla NATO, e i manifestanti serbi che si oppongono all'entrata in servizio di nuovi sindaci di etnia albanese nei quattro maggiori Comuni del nord a maggioranza serba. Sono 34 i soldati rimasti feriti nei violenti scontri, 14 dei quali sono italiani, appartenenti al nono Reggimento alpini L'Aquila.

Tre dei militari italiani coinvolto hanno riportato ferite serie e sono stati ricoverati in ospedale, si tratta per lo più di ustioni causate dal lancio di molotov e di fratture: nessuno di loro è però in pericolo di vita. Il comandante della missione Kfor, il generale italiano Angelo Michele Ristuccia, esprimendo la sua solidarietà ai militari feriti, ha fatto sapere di seguire in prima persona l'evolversi della situazione e assicurato che il contingente Nato resta "imparziale".

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Gli scontri sarebbero avvenuti dopo giorni di tensione in cui i manifestanti serbi hanno posto dei blocchi all'esterno della sede del Municipio locale per impedire al nuovo sindaco di insediarsi nel suo ufficio che, secondo le autorità locali, impedivano il movimento dei mezzi della polizia. Da qui ieri l'intervento dei militari che hanno caricato i dimostranti con sfollagente, lacrimogeni e bombe assordanti, mentre i serbi hanno risposto con un fitto lancio di sassi, bottiglie, molotov e altri oggetti.

La premier Giorgia Meloni ha parlato di un attacco "inaccettabile e irresponsabile", avvertendo che non saranno tollerate altre azioni del genere. “È fondamentale – ha sottolineato Meloni – evitare ulteriori azioni unilaterali da parte delle Autorità kosovare e che tutte le parti in causa facciano immediatamente un passo indietro contribuendo all'allentamento delle tensioni. L'impegno del governo italiano per la pace e per la stabilità dei Balcani occidentali è massimo e continueremo a lavorare con i nostri alleati”.

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Negli scontri sono rimasti feriti anche 52 manifestanti: il presidente serbo Vucic ha accusato la Kfor di non aver difeso la popolazione serba che contesta l'elezione dei nuovi sindaci di etnia albanese avvenuta nel voto locale del 23 aprile scorso, una consultazione boicottata dai serbi e la cui legittimità viene contestata anche da Belgrado per via dell'affluenza alle urne estremamente bassa, poco più del 3%.

Secondo i serbi è inammissibile che sindaci in rappresentanza del 2% della popolazione governino città i cui abitanti sono al 98% di etnia serba. Le nuove tensioni nel nord del Kosovo rischiano di far precipitare la situazione nel cuore dei Balcani.

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