Tempesta Daniel, in Libia si temono oltre 2000 morti: inondazioni e interi quartieri scomparsi
La Libia dichiara lo stato d'emergenza, a causa del passaggio della bufera Daniel sulla nazione nordafricana durante il fine settimana. Più di 2.000 persone sarebbero morte e tra le 5mila e le 6mila disperse a causa del ciclone che ha colpito il nord-est del Paese, secondo quanto ha dichiarato il capo del governo parallelo dell'est, Osama Hammad. Ha descritto la situazione di Derna – la più colpita dalle piogge – come "catastrofica".
Le autorità locali hanno imposto il coprifuoco ed è stata ordinata la chiusura di scuole e negozi. "A causa delle inondazioni e delle piogge torrenziali provocate dalla tempesta Daniel, circa 150 persone sono morte a Derna, nella regione di Jabal al-Akhdar e nei sobborghi di Al-Marj, nella zona orientale del Paese", ha affermato Mohamed Massoud, portavoce dell'amministrazione libica con sede a Bengasi. La tempesta Daniel ha colpito particolarmente le città di Bengasi e Sousse, Derna e Al-Marj. Ad Ovest della Libia, invece, la città occidentale di Misurata è stata tra quelle più colpite dalle inondazioni.
Il bilancio delle vittime potrebbe salire
Abdul Rahim Maziq, direttore del principale centro medico della città di Al-Bayda, la quarta città più grande dalla Libia, prevede che "il bilancio delle vittime sarà superiore a cento a Bengasi, a causa del gran numero di denunce di persone scomparse a causa delle inondazioni". Tra i danni provocati dalla tempesta, anche la chiusura di quattro importanti porti petroliferi del Paese. Durante il fine settimana, i libici hanno chiesto aiuto, mentre le inondazioni devastavano le città libiche, condividendo sui social media filmati che mostravano case e strade allagate in molte aree della Libia orientale.
Decine di altre persone risultano disperse e le autorità temono che potrebbero essere morte. Derna, la città più colpita, è diventata inaccessibile e i media locali hanno riferito che la situazione era apocalittica, per via dell'assenza di elettricità e comunicazioni.
Le Nazioni Unite: "Seguiamo da vicino la tempesta"
Abdulhamid Dbeiba, primo ministro ad interim nominato attraverso il Forum di dialogo politico, ha detto domenica di aver ordinato a tutte le agenzie statali di "affrontare immediatamente i danni e le inondazioni". La Libia è divisa tra due coalizioni politiche rivali: da una parte il Governo di unità nazionale, riconosciuto dalla Comunità internazionale con sede a Tripoli; dall’altra il Governo di stabilità nazionale, con sede proprio a Bengasi, una delle città più colpite dalla tempesta Daniel.
Immediata anche la risposta delle Nazioni Unite: "Seguiamo la tempesta da vicino e forniremo assistenza urgente a sostegno degli sforzi di risposta a livello locale e nazionale". La tempesta Daniel aveva già causato enormi danni in Grecia, Turchia e Bulgaria, uccidendo una dozzina di persone: gli esperti prevedono che a breve raggiungerà l'Egitto occidentale.