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Teheran, spari e bombe al Parlamento: sale a 13 il numero dei morti negli attacchi

Nella giornata di ieri il terrorismo ha colpito l’Iran. Per la prima volta i jihadisti dell’Isis hanno attaccato il paese a maggioranza sciita che fin qui è stato in prima linea nella guerra contro il Daesh.
A cura di Biagio Chiariello
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C'è la firma dell'Isis dietro la mattinata di sangue e terrore a Teheran. 13 morti e 52 feriti: questo il bilancio degli attacchi terroristici al Parlamento e al mausoleo dell'imam Khomeini nella capitale dell’Iran. Lo hanno comunicato le autorità sanitarie locali, precisando che una persona, gravemente ferita, è morta nelle ultime ore, mentre sei feriti sono ancora in gravi condizioni in terapia intensiva. Il Daesh, attraverso il suo ramo libico, ha poi rivendicato gli attentati. Ne ha dato notizia l'emittente saudita Al-Arabiya, citando l'agenzia di propaganda dei jihadisti, Amaq.

I fatti sono avvenuti intorno alle 9.30 di ieri nel cuore di Teheran. Un commando armato ha fatto irruzione nel Majilis, l'Assemblea legislativa islamica dove era in corso una seduta: dopo aver preso alcuni ostaggi, tra cui anche la moglie e la figlia di due parlamentari, uno dei miliziani si è fatto saltare in aria all'interno dell'edificio. Un blitz delle teste di cuoio ha poi messo fine al sequestro con l'uccisione di quattro terroristi.

In contemporanea con l'assalto al Parlamento, un altro attacco ha preso di mira il mausoleo dell'Imam Khomeini, a sud della capitale, dove due terroristi (donne o uomini vestiti da donne) hanno fatto fuoco contro un giardiniere, uccidendolo, e ferito diverse persone tra i pellegrini. Un terrorista si è fatto saltare in aria, l'altro è stato ucciso dalle forze di sicurezza.

L'Iran è stato minacciato più volte dall'Isis nella sua propaganda online, e in prima persona dal Califfo Abu Bakr al-Baghdadi. L’ala sciita del Paese è considerata il nemico principale dell'ortodossia sunnita propugnata da gruppi estremisti come l’Isis e Al-Qaeda.

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