Tassa sui ricchi e debito libero: cosa c’è nel piano di Francia e Germania per il riarmo europeo

In risposta alle crescenti sfide geopolitiche e alle esigenze di sicurezza, l'Unione Europea ha varato un piano di riarmo, presentato da Ursula Von Der Leyen, denominato "ReArm Europe", un progetto volto a rinnovare e rafforzare l'industria militare europea. Con un budget che sfiora gli 800 miliardi di euro, l'Unione intende così promuovere la produzione di armamenti e supportare i Paesi membri nel potenziare le proprie capacità difensive. Ma come si distribuiranno questi fondi? E quali paesi potrebbero essere più attivi nel garantire che l'iniziativa prenda piede? Francia e Germania, tra i membri più influenti dell'Unione, sembrano stiano già progettando soluzioni concrete per contribuire proprio a questa nuova sfida.
Cosa prevede il Piano "ReArm Europe"
La Commissione Europea ha reso noto il suo piano per la produzione militare, intitolato "Rearm Europe". L'iniziativa, che punta a rispondere a minacce globali in continua evoluzione, prevede un investimento complessivo di 800 miliardi di euro. Una cifra imponente, che sembra sottolineare un'urgenza di rafforzare le difese del continente europeo. Di questa somma, circa 150 miliardi di euro saranno direttamente finanziati da Bruxelles, attraverso l'istituzione di un fondo speciale che sarà utilizzato per offrire prestiti ai Paesi membri che necessitano di supporto per aumentare la loro spesa in ambito difensivo. La restante parte dei fondi dovrà invece provenire dai governi nazionali, che sono chiamati a far crescere i propri investimenti nel settore, senza compromettere la stabilità economica interna. L'Unione europea, quindi, non solo starebbe dando un chiaro segnale di rafforzamento della sua difesa, ma sta anche chiedendo ai suoi Stati membri di adottare misure concrete per sostenere l'iniziativa.
La Francia e la strategia della tassa sui ricchi
La Francia, sotto la guida di Emmanuel Macron, sta studiando diverse soluzioni per rispettare gli impegni presi a livello europeo: il governo francese infatti, sembra voglia incrementare presto la spesa per la difesa, con l'obiettivo di superare il 3% del PIL. Il ministro dell'Economia, Eric Lombard, ha recentemente annunciato che il paese sta valutando diverse opzioni, tra cui la creazione di fondi di investimento specializzati per il settore della difesa e l’introduzione di nuove imposte sui più ricchi. Lombard ha sottolineato che si sta prendendo in considerazione anche l'idea di un prelievo maggiore per chi possiede ingenti risparmi, lasciando però fuori da questa proposta le imposte sulle aziende. Il governo starebbe poi valutando la possibilità di istituire fondi di risparmio dedicati, così da coinvolgere anche il settore privato nella spesa per la difesa. Questa mossa, se adottata, potrebbe rappresentare un modo per stimolare il risparmio dei cittadini in un settore cruciale, senza appesantire ulteriormente le casse dello Stato.
La Germania, l'indebitamento sostenibile e la riforma del "freno al debito"
In Germania, la discussione si concentra invece su come modificare il cosiddetto "Schuldenbremse", il freno al debito che attualmente limita il deficit del Paese a solo lo 0,35% del PIL annuale. Questo strumento, creato per garantire la disciplina fiscale, è visto da molti come un ostacolo alla realizzazione degli investimenti necessari per la difesa nazionale, soprattutto in un contesto di emergenza. Friedrich Merz, leader della CDU e futuro cancelliere tedesco, ha dichiarato che il governo tedesco sta studiando una riforma che permetta di esentare la spesa per la difesa dalle restrizioni imposte dal freno al debito. Secondo Merz, la minaccia alla sicurezza europea richiede un impegno straordinario, e l'approccio "whatever it takes" (di memoria Draghi) deve essere applicato anche al rafforzamento della difesa nazionale. Per procedere con la modifica della legge, è necessario ottenere l'approvazione di due terzi del parlamento. Gli osservatori tedeschi ritengono che questo cambiamento potrebbe essere approvato già nelle prossime settimane, con il sostegno della CDU, della SPD e dei Verdi.
La partecipazione attiva di Paesi come la Francia e la Germania, che stanno esplorando nuove modalità di finanziamento, rappresenta insomma una parte fondamentale di questo progetto ambizioso; resta tuttavia da vedere come i singoli Stati membri si adatteranno a queste sfide fiscali, in un contesto globale sempre più incerto. Se questi sforzi avranno successo, l'Europa potrebbe entrare in una nuova fase di sicurezza e autonomia militare, con implicazioni significative per il suo ruolo sulla scena internazionale.