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Chi è il nuovo presidente di Taiwan e cosa cambia con la Cina dopo la vittoria degli indipendentisti

Alle elezioni di Taiwan vince l’indipendentista Lai Ching-te, detto William Lai, con più del 40% dei voti. Gelo di Pechino: “l fatto fondamentale che esiste una sola Cina nel mondo e che Taiwan è parte della Cina non cambia”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'indipendentista Lai Ching-te, detto William Lai, è stato eletto presidente di Taiwan, ottenendo oltre il 40% (oltre 5 milioni di voti) in una delle più attese elezioni di quest'anno in tutto il mondo.

In base al sistema elettorale taiwanese, vince chi ottiene il maggior numero di voti e non sono previsti ballottaggi. Erano due i i rivali principali nella corsa alla presidenza: al secondo posto è arrivato Hou You-ih, del partito d'opposizione nazionalista Kuomintang (Kmt), che si è fermato al 33,49%, pari a 4.671.021 voti: filo-cinese, era il candidato favorito da Pechino. Terzo Ko Wen-jie del Partito popolare di Taiwan (Tpp), di centro: la sua candidatura, che intendeva proporsi come ‘terza via' rispetto ai partiti tradizionali Kmt e Dpp che dagli anni Novanta si sono alternati al governo, ha attratto soprattutto i giovani, ma si è fermato al 26,46% dei voti, pari a 3.690.466 preferenze.

Il risultato di William Lai è andato ben oltre le aspettative, ma il suo Partito democratico progressista, attualmente al governo, che respinge le rivendicazioni di sovranità della Cina sull'isola, non è riuscito a portare a casa la maggioranza al parlamento. Questo lo ha spinto ad aprire, nel primo discorso dopo la vittoria, alla collaborazione con l'opposizione, rappresentata da Hou Yu-ih del KMT, e da Ko Wen-je del partito popolare.

Finora vicepresidente, con un passato da chirurgo, Lai prenderà il posto dell'attuale presidente Tsai Ing-wen, anche lui del Partito democratico progressista (Dpp). L'avvicendamento avverrà a maggio, alla scadenza del mandato di Tsai.

"Questa sera abbiamo dimostrato al mondo quanto Taiwan abbia a cuore la sua democrazia. Voglio ringraziare il popolo taiwanese per aver scritto un nuovo capitolo nella nostra democrazia, dimostrando al mondo quanto abbiamo a cuore la nostra democrazia. Questo è il nostro impegno incrollabile", ha detto William Lai, subito dopo la vittoria alle presidenziali di Taipei, parlando a media e sostenitori. "Il popolo taiwanese ha resistito con successo alle pressioni di forze esterne per influenzare le elezioni. Ma noi crediamo che solo il popolo di Taiwan abbia il diritto di scegliere il proprio presidente", ha aggiunto.

Pechino però ha subito gelato l'entusiasmo degli indipendentisti per la vittoria elettorale, sottolineando che nonostante il risultato delle elezioni che hanno premiato l'esponente dell'indipendentismo la "riunificazione è inevitabile", e che la Cina si opporrà "con forza alle attività separatiste mirate all'indipendenza di Taiwan e alle interferenze straniere".

"La questione di Taiwan è un affare interno della Cina. Qualunque cambiamento avvenga a Taiwan, il fatto fondamentale che esiste una sola Cina nel mondo e che Taiwan è parte della Cina non cambia", ha dichiarato in una nota il portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying, commentando le elezioni avvenute nell'isola. Il consenso prevalente della comunità internazionale "nel sostenere il principio della Unica Cina e l'adesione schiacciante e di lunga data a questo principio non cambieranno. Il principio della Unica Cina è il solido ancoraggio per la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwa", ha aggiunto Hua.

Dagli Stati Uniti, principale partner militare di Taiwan, il presidente Joe Biden ha detto che non sosterrà l'indipendenza dell'isola, mentre il Segretario di Stato Antony Blinken ha chiamato il presidente eletto William Lai per congratularsi della vittoria. "Taiwan è una democrazia forte", ha detto il segretario di Stato americano.

La reazione di Pechino non si è fatta attendere. Il ministero degli Esteri cinese in una nota ha sottolineato che la questione di Taiwan "è al centro degli interessi fondamentali della Cina ed è la prima linea rossa insormontabile nelle relazioni sino-americane". Ha aggiunto inoltre di "aver duramente contestato la dichiarazione del Dipartimento di Stato americano" sulle "elezioni nella regione cinese di Taiwan", in grave violazione del "principio dell'Unica Cina e dei tre comunicati congiunti sino-americani". Gli Usa hanno "inviato un segnale gravemente sbagliato, di cui la Cina è fortemente insoddisfatta e contraria, e per questo motivo ha presentato severe rimostranze agli Stati Uniti".

Anche l'Unione europea ha espresso apprezzamento per le elezioni che si sono tenute a Taiwan, ribadendo la proprie preoccupazioni per le "crescenti tensioni" a fronte del fatto che "la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan sono fondamentali per la sicurezza e la prosperità regionale e globale". In una nota diffusa da Peter Stano, portavoce del capo della diplomazia Ue Josep Borrell, si sottolinea che "i nostri rispettivi sistemi di governo si fondano su un impegno condiviso a favore della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani".

"L'Unione europea sottolinea che la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan sono fondamentali per la sicurezza e la prosperità regionale e globale. L'Ue resta preoccupata per le crescenti tensioni nello Stretto di Taiwan e si oppone a qualsiasi tentativo unilaterale di modificare lo status quo", si legge ancora nella nota.

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