Sydney, ucciso in un agguato il boss della ‘ndrangheta Pasquale Barbaro
Ha tutta l'aria di un'esecuzione in stile mafioso nell'ambito di una faida tra bande rivali quella che ha visto protagonista Pasquale Barbaro, 35 anni, esponente di spicco della ‘ndrangheta calabrese che è stato ucciso la scorsa notte mentre usciva dalla casa di un associato alla sua cosca di Sydney, in Australia. Due uomini incappucciati gli hanno scaricato addosso un caricatore poi sono scappati: oggi Barbaro avrebbe dovuto presentarsi in un'aula di tribunale nell'ambito di un processo per omicidio, dove sarebbe stata ascoltata un'intercettazione proprio del 35enne, impegnato a parlare con il boss della banda libanese Brothers for Life.
Pasquale Barbaro era libero su cauzione in attesa del processo del mese prossimo davanti alla Corte Distrettuale di Sydney, per produzione e traffico della droga ice, dove rischiava una condanna a 20 anni di carcere. Barbaro appena un anno fa era scampato a un agguato simile, portato nel 1990 con lo stesso stile anche contro il nonno. La sua, in effetti, è una famiglia da decenni dedita al crimine: lo zio, anch'egli chiamato Pasquale Barbaro, sta scontando 30 anni di reclusione per l'importazione nel 2009 di 4,4 tonnellate di ecstasy. Il cugino, non a caso chiamato Pasquale Barbaro, è stato ucciso a Melbourne nel 2003 insieme al boss criminale Jason Moran.
Keith Moor, giornalista esperto in criminalità organizzata, sostiene che Barbaro potrebbe essere diventato un informatore della polizia. "Il sospetto è che sia stato ucciso per aver violato il codice di omertà, come è successo con suo nonno nel 1990. Era coinvolto in diversi reati fra cui la droga. È ovvio che si sia fatti dei nemici e vi sono stati tentativi di eliminarlo nel passato".