Svizzera: il tragitto da casa all’ufficio è lavoro, rivoluzione per gli impiegati
I dipendenti pubblici in Svizzera dal 1° gennaio potranno richiedere di includere nel calcolo delle ore lavorative anche il tempo del tragitto verso l'ufficio, a condizione che i pendolari viaggino però su mezzi pubblici e dopo aver ricevuto l'autorizzazione da un loro dirigente. Il tempo di lavoro è “da calcolare in modo completo”, recita la modifica della direttiva “Lavoro mobile nell’Amministrazione federale”, approvato a seguito di una richiesta dei quattro principali sindacati del governo federale. "Una maggiore flessibilità nella forma di lavoro è un'esigenza dei nostri giorni", era stato il commento di Anand Jagtap, dell'Ufficio federale del personale, confermando così la notizia già anticipata da Keystone-ATS e pubblicate sul settimanale tedesco "SonntagsZeitung". "La nuova regola non è automatica", ha comunque specificato Jagtap, evidenziando come l'autorizzazione ai dipendenti sarà concessa dai superiori che valuteranno caso per caso in base alle caratteristiche presenti. Difficile stimare quanti dipendenti pubblici lavoreranno “per strada” in futuro, secondo l’esperto.
Rivoluzione in Svizzera
L’autorizzazione al lavoro prima del timbro del cartellino è un importante passo avanti in direzione di una maggiore flessibilità lavorativa. Va detto che in Svizzera, l'esempio è arrivato dall'alto: nel settembre 2018, Doris Leuthard, capo del Dipartimento dei trasporti, è stata fotografata con il suo segretario mentre lavorava sulle scale di un affollato treno Intercity. In media i pendolari svizzeri impiegano circa 62 minuti al giorno nel tragitto casa-ufficio e ritorno: la decisione potrebbe quindi consentire a diverse migliaia di funzionari di rimanere solo sette ore anziché otto in ufficio.