Svezia, ora anche il re ammette: “Abbiamo fallito, troppi morti di covid”
"Abbiamo fallito. Abbiamo un enorme numero di morti, ed è terribile". Suonano come una sentenza definitiva le parole pronunciate dal re svedese Carl XVI Gustaf durante la consueta intervista natalizia che andrà in onda il 21 dicembre in forma integrale, ma della quale SVT News ha rilasciato uno stralcio. Il sovrano scandinavo non ha usato mezzi termini per giudicare la strategia messa in atto dal governo per combattere l'epidemia di coronavirus, ovvero quella di non imporre un lockdown totale bensì fare affidamento solo sul senso di responsabilità dei cittadini invitandoli ad evitare assembramenti. Una strategia che si è rilevata fallimentare per stessa ammissione degli otto esperti nominati a giugno dal governo, che due giorni fa hanno puntato il dito in particolare sulla gestione delle casi di riposo, dove si segnalavano da tempo "forti carenze strutturali", dispositivi di protezione insufficienti per il personale, ritardi nei test e mancate restrizioni sulle visite dall'esterno.
Dall'inizio dell'emergenza sanitaria la Svezia ha fatto registrare quasi 350mila contagi (+7mila nelle ultime 24 ore) e 7.802 morti (+135) : la stragrande maggioranza dei decessi ha riguardato persone di età superiore ai 70 anni e ciò non solo a causa delle "gravi carenze strutturali" delle residenze per anziani, ma soprattutto "per la diffusione generale del virus nella società". Il governo è stato "il principale responsabile", secondo la commissione di esperti nominata a giugno. A loro, però, ha fatto il sovrano: "È stato un 2020 terribile, considerando tutte le persone che sono morte. Al dolore e alla frustrazione di molte famiglie si somma quello di innumerevoli imprenditori in ginocchio, che hanno dovuto chiudere le loro attività". Carl XVI Gustaf ha quindi smentito anche la tesi secondo cui evitando un lockdown sarebbe stata almeno salvata l'economia: così non è stato, evidentemente, e alla catastrofe sanitaria si è aggiunta anche quella economica.