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Svezia, i no-vax mettono a rischio l’immunità di gregge. Le autorità: “Bisogna convincerli”

L’allarme delle autorità svedesi dopo che, secondo un sondaggio di Novus, è emerso che solo il 46% degli svedesi dice di voler essere vaccinato, mentre il 26% dice di non volerlo. Nel 2009 alla campagna per il vaccino contro l’influenza suina aveva aderito il 60% della popolazione, uno dei più alti dati al mondo, ma centinaia di giovani avevano poi sofferto di narcolessia nel corso dei mesi successivi…
A cura di Biagio Chiariello
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"È necessario convincere gli scettici del vaccino – attualmente poco più di un quarto della popolazione – se si vuole raggiungere un numero sufficiente di persone per ottenere l’immunità di gregge". Le autorità svedesi lanciano l'allarme. Secondo un sondaggio dell’istituto Novus in Svezia, il 26% della popolazione non ha intenzione di assumere alcun vaccino contro il Coronavirus durante la fase di sviluppo, mentre il 28% si è dichiarato ancora indeciso. Il 46% si è detto invece disposto ad assumere una dose. Tra i contrari, l’87% ha dichiarato di aver paura per gli effetti collaterali ancora sconosciuti. L'immunità di gregge si ottiene quando un numero sufficiente di persone in una comunità ha sviluppato l’immunità attraverso l’infezione o la vaccinazione: per il Covid-19, la percentuale è stimata tra il 55% e l'82%.

Il vaccino Pandemrix e gli effetti collaterali

Il Guardian ricorda come nel 2009 le autorità sanitarie svedesi avevano invitato la popolazione a farsi vaccinare volontariamente con il vaccino Pandemrix contro l’influenza suina prodotto dalla GlaxoSmitKline. A quella campagna ha partecipato più del 60%, uno dei più alti dati al mondo, ma centinaia di giovani avevano poi sofferto di narcolessia nel corso dei mesi successivi, creando un forte sentimento di sfiducia.

La Svezia ha ceduto alle misure di restrizione

La Svezia è nel pieno della seconda ondata Covid e per questo continua la stretta sulle regole per il distanziamento sociale, dopo che per mesi il governo ha deciso di affidarsi "sul buon senso" dei propri cittadini con effetti tutt'altro che positivi in termini di contagi e decessi. Il primo ministro svedese, Stefan Löfven, ha annunciato la chiusura di tutte le classi delle scuole secondarie superiori, quelle in cui vanno gli studenti a partire dai 16 anni, e il passaggio alla didattica a distanza, una misura che ha definito "necessaria" per ridurre il diffondersi del contagio.“

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