Sudan: Meriam è di nuovo libera, si trova in un luogo sicuro
È forse finito davvero, questa volta, l’incubo di Meriam Yeya Ibrahim Ishag, la donna sudanese di religione cristiana prima condannata a morte, poi scarcerata e dopo qualche ora nuovamente fermata. Meriam, secondo quanto ha fatto sapere l’associazione Italians for Darfur tramite la presidente Antonella Napoli, è stata nuovamente liberata. “I nostri referenti di Sudan Change Now ci hanno confermato che le autorità sudanesi hanno rilasciato Meriam Yeya Ibrahim Ishag”, è quanto si legge sulla pagina Facebook dell’associazione. “La donna sudanese di religione cristiana scarcerata lunedì dopo essere stata condannata a morte per apostasia e nuovamente fermata e trattenuta all'aeroporto di Khartoum mentre tentava di lasciare il paese con il marito Daniel Wani e i due figli, è stata trasferita in un luogo sicuro dagli stessi servizi segreti che l'avevano bloccata e sottoposta a un lungo interrogatorio”, spiegano da Italians for Darfur. Meriam non era, da quanto riportato, formalmente in arresto, circostanza confermata anche dal Dipartimento di Stato Usa. Sulla vicenda della donna sudanese di religione cristiana sono intervenute diverse rappresentanze diplomatiche, tra cui quella italiana – conclude Italians for Darfur – “che è intervenuta subito dopo il fermo per accertare cosa fosse avvenuto e per velocizzare il suo rilascio”.
L’incubo di Meriam in Sudan
La vicenda di Meriam sembrava essersi risolta lunedì scorso 23 giugno, quando la Corte d’appello del Sudan aveva annullato la sentenza di condanna a morte per apostasia e quella a 100 frustate per adulterio. Il giorno successivo, però, Meriam, il marito Daniel e i due figli (anche la piccola Maya, nata in carcere) sono stati fermati dagli agenti dei servizi segreti del Niss. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano aveva confermato che la donna era stata solo fermata, e che presto sarebbe potuta ripartire. Avrebbe tentato di viaggiare con dei documenti irregolari. Secondo quanto aveva riferito da Antonella Napoli, mentre Meriam era in stato di fermo e sotto interrogatorio all’aeroporto di Khartoum, il marito Daniel ha fatto appello all'Italia per chiedere di sbloccare con il governo del Sudan la situazione della moglie.