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Meriam, cristiana condannata a morte per apostasia, ha partorito in carcere

È nata la bimba della donna che in Sudan è stata condannata a morte per aver rinunciato alla fede musulmana per quella cristiana. Mamma e figlia stanno bene, ma non lasceranno il carcere.
A cura di Susanna Picone
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Ha partorito in un carcere del Sudan Meriam, la 27enne cristiana condannata a morte per apostasia. A comunicare la nascita di una bambina, Maya, è stata Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, l’ong che sta seguendo la vicenda della cristiana e che ha lanciato un appello per chiedere la sua liberazione. Napoli sui social network ha detto che entrambe, madre e figlia, stanno bene ma purtroppo non hanno potuto lasciare la prigione a Khartoum. Nonostante questo, ha aggiunto Napoli, la nascita della piccola “è speranza”. La notizia è stata data anche dagli avvocati della donna al Telegraph, che hanno spiegato che il parto è avvenuto questa mattina nell'ospedale interno al carcere: “Non hanno nemmeno portato Meriam in un ospedale. È stata solo trasferita nella clinica del carcere”, così il suo legale Al-Shareef Ali che ha aggiunto che né a lui né al marito della donna è stato possibile vederle.

Meriam si trova in carcere insieme a un altro figlio, un bambino che non ha ancora neppure due anni. Meriam Ibrahim è stata condannata a morte il 15 maggio da un tribunale del Sudan: le accuse a suo carico sono di apostasia e adulterio. Il giudice non ha riconosciuto il suo matrimonio celebrato nel 2011 con un cristiano e ora il tribunale ha deciso di sospendere l’esecuzione della pena per due anni dalla data della nascita della bambina. La condanna comunque non è definitiva: Meriam sarà sottoposta a un nuovo processo, e sarà la Corte suprema del Sudan ad affrontare la vicenda. E intanto prosegue la gara di solidarietà nata in rete per il suo caso.

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