Sudan, 3 operatori Onu uccisi nel Darfur. A Khartoum spari nonostante i corridoi umanitari
Continuano i combattimenti nella capitale sudanese Khartoum dopo una giornata di scontri tra paramilitari ed esercito regolare che hanno provocato vittime e fatto scattare l'allarme internazionale.
La seconda giornata della crisi ha visto allargarsi e intensificarsi i combattimenti tra l'esercito regolare del generale Abdel Fattah al Burhan, capo del Consiglio supremo di transizione, e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf).
Spari nonostante i corridoi umanitari
Oggi, circa un'ora a mezza dopo le dichiarazioni di apertura dei corridoi umanitari, a Khartoum si continuano a segnalare spari ed esplosioni. "Sparano ovunque", ha detto una fonte qualificata in contatto con altre persone nella capitale del Sudan.
L'esercito sudanese e i paramilitari si sono dichiarati disponibili all'apertura temporanea, di tre o quattro ore, di corridoi umanitari chiesti dall'Onu, pur riservandosi il diritto di rispondere al fuoco della parte avversa.
"Le Forze Armate sudanesi accettano la proposta delle Nazioni Unite di aprire le rotte sicure per i casi umanitari per un periodo di tre ore, a partire dalle quattro del pomeriggio, a condizione che ciò non neghi il loro diritto di rappresaglia contro eventuali eccessi delle milizie ribelli", è quanto ha scritto su Facebook "l'Ufficio del Portavoce Ufficiale delle Forze Armate".
In Darfur morti 3 operatori Onu
Tre operatori umanitari del Pam-Wfp, il Programma alimentare mondiale dell'Onu, sono rimasti uccisi negli scontri nella regione del Darfur. Ciò ha spinto il World Food Programme a sospendere le sue operazioni in Sudan. Lo ha reso noto Cindy McCain, direttore esecutivo dell'organismo.
"In un momento in cui esaminiamo l'evoluzione della situazione della sicurezza, siamo costretti a sospendere temporaneamente tutte le operazioni in Sudan", si legge in un comunicato. McCain ha aggiunto che anche due altri dipendenti del WFP sono rimasti feriti nello stesso incidente. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guteress ha chiesto "giustizia senza indugio”.
Il bilancio delle vittime
Fonti mediche del Sudan riportano che oggi cinque civili sono stati uccisi e 78 persone sono rimaste ferite. Numeri che portano il bilancio dei due giorni a 61 morti e più di 670 feriti. Il Comitato dei medici sudanesi sottolineano di ritenere che ci siano decine di morti aggiuntive tra le forze rivali, l'esercito sudanese e i paramilitari delle Forze di supporto rapido.
In Sudan colpita la sede della tv Al Arabiya
Intanto la sede dell'ufficio di corrispondenza della tv panaraba Al Arabiya e del suo canale di notizie al-Hadath a Khartoum sono stati "colpiti da nuovi bombardamenti nella capitale”, ha scritto su Twitter la stessa al-Hadath.
Tajani: "Fermare i combattimenti"
Il governo italiano esprime "vivissima preoccupazione per il protrarsi degli scontri armati tra l'esercito regolare e i gruppi paramilitari" e ha anche rivolto, insieme al resto dei Paesi del G7, un appello ai comandanti delle Forze Armate e delle Rapid Support Forces perché "cessino immediatamente i combattimenti", si legge in una nota del ministro degli Esteri, Antonio Tajani.