Sudafrica, 3 uomini a processo: sono accusati di aver ucciso due donne e averle date in pasto ai maiali
Si chiamano Zachariah Johannes Olivier, Andrian Rudolph de Wet e William Musora. Sono i tre fattori sudafricani accusati dell'omicidio di due donne i cui corpi sono stati dati in pasto ai maiali. Martedì 10 settembre i tre si sono presentati davanti alla corte di Mankweng, cittadina del municipio distrettuale Capricorn nella provincia del Limpopo, a nord del Sudafrica per richiedere la libertà provvisoria. Al momento sono in custodia cautelare.
Le vittime si chiamavano Mariah Makgato, 47 anni, e Lucia Ndlovhu, 34 anni. E ad agosto sono state uccise con una serie di colpi di arma da fuoco e poi in un modo cruento. Secondo le ricostruzioni delle testate locali, un camion di un'azienda lattiero-casearia aveva scaricato della merce scaduta di fronte alla fattoria di Olivier in Overvaght, vicino al villaggio di Sebayeng.
Le donne si erano raccolte lì davanti per cercare di raccogliere i prodotti. Avevano trasgredito la proprietà per mangiare. A quel punto, gli spari improvvisi. Un uomo che era con loro, a detta della testata Iol il marito di Ndlovhu, era rimasto ferito e aveva iniziato a strisciare urlando disperate richieste di aiuto. Makgato e Ndlovhu erano invece morte. I loro corpi sarebbero stati gettati dentro il porcile della fattoria.
La polizia locale sostiene che Olivier, 60 anni, e De Wet, 19 anni, uno dei suoi impiegati, avevano pianificato di sparare a chiunque si fosse avvicinato alla fattoria. Solo tre giorni dopo l'uccisione, il terzo accusato, anche lui impiegato nella fattoria, Musora, avrebbe scoperto i corpi. Uno ormai già consumato dai morsi dei suini in tutta la parte superiore. Da lì, il tentativo di rimuoverli tutti e tre insieme. E poi quello di occultare l'arma da parte di Olivier, che non ha detto nulla sull'incidente fino al 20 agosto.
La vicenda ha colpito fortemente l'opinione pubblica sudafricana. Tant'è che fuori dall'aula nella giornata di martedì c'è stata una dura protesta che reclamava la pena più severa possibile e la negazione della libertà provvisoria. La Commissione del Sud Africa per i Diritti Umani ha richiamato alla calma, chiedendo ai cittadini di non farsi giustizia da soli.
I tre uomini devono rispondere di due accuse di omicidio premeditato, una di tentato omicidio e possesso di arma da fuoco senza licenza. Musora, peraltro, essendo originario dello Zimbabwe, è anche accusato di essere clandestino visto che è privo di documenti.
Dopo una breve comparsa in tribunale lo scorso 26 agosto, dove i legali degli uomini avevano sostenuto che gli assistiti non fossero ancora pronti alla libertà provvisoria, questo è un altro capitolo di una storia macabra che ha scosso l'opinione pubblica.
Il processo continuerà il mese prossimo. Gli inquirenti stanno ancora raccogliendo materiale. Secondo alcune testate, è molto probabile che il caso venga portato all'Alta Corte del Limpopo, con sede a Polokwane, vista la sua gravità.