Sud Sudan, la denuncia dell’Unicef: 129 bimbi uccisi dopo stupri e castrazioni
C’è una guerra dimenticata in Sud Sudan. Una guerra nella quale continuano a morire bambine, secondo le denunce dell’Unicef. Il Sud Sudan è il più giovane Paese al mondo. Dopo anni e anni di conflitti praticamente ininterrotti, ha ottenuto l’indipendenza dal Sudan con un referendum nel 2011. Nonostante le aspettative iniziali per il processo di democratizzazione e ricostruzione del Paese, nel dicembre 2013 sono riesplose dirompenti le violenze, a causa di tensioni etniche e di lotte di potere per il controllo della regione di Abyei, ricca di pozzi petroliferi.
Un inferno nel quale le principali vittime sono i più piccoli. Sono almeno 129 i bimbi uccisi a maggio durante un'offensiva di tre settimane lanciata dal governo di Jubanello Stato dell'Unità. Una cifra denunciata dal direttore generale dell'Unicef, Anthony Lake, che rende noti dettagli orribili: bambini evirati che muoiono dissanguati, bambine di 8 anni violentate e uccise. "L'inasprimento di queste aggressioni è indicibile – dice Lake -, ma dobbiamo parlarne". Il portavoce di Unicef Italia: "Le Nazioni Unite si siedano ad un tavolo, la situazione non può continuare". Tuttavia Il portavoce dell'esercito del Sud Sudan, il colonnello Philip Aguer, mette in dubbia simili storia, sostenendo che “non rientra nella cultura del sud sudanese commettere atrocità simili”. Aguer ha comunque assicurato che saranno condotte indagini approfondite in merito, aggiungendo che, chiunque siano i responsabili, devono essere puniti.