Stuprata per ordine del marito, Gisèle chiede di far vedere i video in Aula ma l’uomo si copre gli occhi
Il silenzio e un’atmosfera di rabbia e vergogna ha pervaso oggi l’aula del tribunale penale di Vaucluse dove si celebra il processo a carico di Dominique Pelicot, l’uomo accusato di aver fatto stuprare la moglie da almeno 50 uomini assoldati sui siti di scambisti online. Oggi in aula infatti per la prima volta sono stati mostrati alla presenza del pubblico dieci video e tre foto degli stupri commessi contro Gisèle Pelicot.
Una precisa scelta della donna vittima degli stupri che ha chiesto esplicitamente al giudice di rendere pubbliche le violenze contro di lei per denunciare apertamente quanto subito dal marito e dagli altri uomini imputati. La donna aveva già rinunciato all’anonimato, denunciando tutto attraverso i media, ma questa mattina presto si è rivolta al giudice, attraverso i suoi legali, per contestare anche la decisione presa dal presidente di imporre la sessione a porte chiuse durante la trasmissione dei video.
Il giudice ha accolto la sua richiesta e ha revocato la sessione a porte chiuse permettendo al pubblico di assistere. Poco prima della visione, un assistente del tribunale ha invitato il pubblico più sensibile a uscire. Alcuni hanno fissato lo schermo, altri hanno preferito non guardare, altri sono usciti.
Tra chi non ha resistito ai video lo stesso Dominique Pelicot che si è coperto gli occhi per non vedere gli abusi che lui stesso aveva compiuto sulla moglie. Video terribili con campi larghi di una donna inerte, come morta, ma anche primi piani delle parti intime e soprattutto il russare di Gisèle Pelicot.
Per i procuratori generali, proprio la diffusione di questi video, che lasciano pochi dubbi sullo stato di Gisèle Pelicot in quei momenti, era necessaria per smentire le dichiarazioni di molti imputati. Nonostante le immagini, infatti, molti di loro hanno sostenuto che pensavano che la donna sapesse e stesse partecipando ad un gioco di coppia col marito che in realtà però l’aveva drogata e stordita.