Strage Nuova Zelanda, donna uccisa mentre tenta di salvare il marito tetraplegico
Tra le vittime del terribile attacco alle moschee in Nuova Zelanda c’è una donna originaria del Bangladesh che si chiamava Husna Ara Parvin e che è stata uccisa – a riferirlo sono adesso i suoi familiari – mentre cercava disperatamente di salvare il marito paraplegico. Husna Ara, quarantaduenne originaria di un villaggio nel distretto di Sylhet, viveva da anni a Christchurch, sulla costa orientale dell’isola del Sud della Nuova Zelanda, con il marito Farid Uddin Ahmed. Secondo i quotidiani locali la donna aveva accompagnato il marito alla moschea per le preghiere del venerdì e poi si era allontanata per andare a pregare nella sezione riservata alle donne. Quando è iniziato l’attacco nessuno dei due conosceva le condizioni dell’altro. Secondo il nipote di Husna, Mahfuz Chowdhury, la donna ha iniziato a correre per cercare di raggiungere suo marito ma durante il percorso è stata colpita e uccisa. Nel frattempo suo marito era stato portato in salvo da altre persone presenti nella moschea.
La strage nelle moschee in Nuova Zelanda – “Siamo venuti a conoscenza dell'attacco e della morte di Husna Ara Parvin circa un'ora dopo l’attacco, quando un'altra zia ci ha chiamato dalla Nuova Zelanda”, ha raccontato il nipote che ha spiegato che i suoi zii si erano sposati nel 1994 e dopo qualche anno avevano deciso di trasferirsi in Nuova Zelanda. L’ultima volta che erano tornati in Bangladesh è stato 10 anni fa, nel 2009. Oltre alla quarantaduenne morta mentre cercava di raggiungere il marito, almeno altre due persone originarie del Bangladesh sono state uccise nell’attacco e altre quattro sono rimaste ferite. Quarantanove in totale i morti nelle due moschee di Christchurch. Ad aprire il fuoco nei due luoghi di culto un commando di quattro persone guidate da un ventottenne australiano, Brenton Tarrant. Tarrant e i suoi hanno trasmesso live su Facebook il massacro. Sui caricatori dei fucili c’erano i nomi di quelli che loro considerano "martiri" della lotta all'immigrazione, tra questi anche Luca Traini che un anno fa si era reso responsabile dell'assalto contro dei migranti a Macerata.