Strage in Messico: i narcos uccidono 53 persone
Incendiato il casinò di Monterrey sono morte 53 persone
L'incedio sarebbe stato provato per il pagamento del pizzo non avvenuto.
E' di almeno 53 morti e di una decina di feriti, il bilancio delle vittime di un attacco in un casinò in Messico a Monterrey, dove una ventina di uomini armati hanno fatto irruzione e cosparso il locale di benzina, per poi appiccare il fuoco. Gli aggressori, non si sono limitati solo a procurare l'incendio ma hanno sganciato alcune granate al casinò Royale. Secondo il procuratore generale dello stato di Leon, Rodrigo Medina, la responsabilità dell'attacco è di uno dei cartelli della droga che nella zona sono soliti praticare estorsioni ai danni dei casinò e di altri negozi, minacciando di aggredirli se si rifiutano di pagare il pizzo. Medina ha dato ulteriori notizie sull'attacco: sei uomini arrivati a bordo di due auto e gli aggressori hanno incendiato 1.720 metri quadrati di superficie del locale.
Il direttore della Protezione ha spiegato che il numero elevato di morti è stato causato dal terrore delle granate, ha portato in molti a nascondersi all'interno del casinò non prevedendo un incendio che ha provocato a molti la morte per asfissìa, altri avrebbero cercato di uscire dalle porte d'emeergenza che però erano state chiuse. Un testimone che ha voluto tenere celata la propria identità, salvatosi dall'incendio, ha raccontato: "Ho visto un gruppo di persone entrare e uno di loro, con la testa rasata, ci ha detto cose orribili prima di gridare:-tutti a terra!-". L'uomo è riuscito a scampare all'incendio perchè insieme ad altri è riuscito a trovare una via di fuga dal tetto del Casinò, per evitare le fiamme.
Gli aggressori hanno urlato ai clienti e agli impiegati del casinò di uscire fuori, ma molte persone sono scappate all'interno dell'edificio e molti corpi sono stati trovati nei bagni dove le persone si erano chiuse per sfuggire agli uomini armati.
L'attacco di oggi al casinò di Monterrey, è uno dei peggiori avvenuti in Messico, in luoghi di ritrovo, da quando il presidente, Felipe Calderon, ha lanciato alla fine del 2006 un'offensiva contro i cartelli della droga.
"E' con profonda costernazione che esprimo la mia solidarietà allo Stato di Nuevo Leon e alle vittime di questo atto di terrore e di barbarie. Questo è un atto abominevole di terrore e barbarie, che richiede a tutti noi di perseverare nella lotta contro queste bande criminali senza scrupoli", ha scritto su Twitter, il presidente del Messico, Felipe Calderon.