Strage di studenti al campus in Kenya. Papa condanna: “Brutalità insensata”
Papa Francesco condanna “l’atto di brutalità senza senso” compiuto da un commando di Shabaab somali nel Campus universitario di Garissa in Kenya, dove sono morti 145 studenti (più due guardie) e molti altri sono rimasti feriti e dispersi. Lo si legge in un telegramma all'arcivescovo di Nairobi, cardinal John Njue, inviato dal segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin a nome di Papa Bergoglio. "Profondamente rattristato dalla immensa e tragica perdita di vite", Francesco "prega per le vittime e i loro cari" e “per un cambiamento del cuore di chi lo ha perpetrato" continua la nota. Inoltre il Pontefice “chiede anche a tutte le autorità di raddoppiare gli sforzi e lavorare con tutti gli uomini e le donne in Kenya per porre fine a una tale violenza e odio, verso l'alba di una nuova era di fraternità, giustizia e pace”.
Il Kenya non si lascerà "intimidire dai terroristi". E’ quanto ha dichiarato il ministro dell'Interno Joseph Nkaissery all'indomani dell'attacco all'università di Garissa. "Il governo keniano non si lascerà intimidire dai terroristi che hanno scelto di uccidere vittime innocenti per umiliare il governo", ha affermato Nkaissery ai giornalisti presenti a Garissa. "Il governo è determinato a combattere i terroristi", ha aggiunto il ministro confidando nella capacità del Paese di "vincere questa guerra contro i nostri nemici". L'attacco di ieri all'università di Garissa è il più sanguinoso dopo l'attentato all'ambasciata americana di Nairobi nel 1998 da al Qaeda, in cui morirono 213 persone. C’è da dire che oltre ai 145 studenti morti, si contano anche una ottantina di ferite e numerosi dispersi. Sarebbero circa 500 i ragazzi mancanti all'appello. Fuggiti senza dare notizie oppure ostaggio dei terroristi?