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Strage di Natale in Siria, cinque bambini morti: sorpresi a scuola dalle bombe

Un altro massacro in Siria: una scuola utilizzata come rifugio è stata colpita da un bombardamento in un villaggio della provincia di Idlib. Almeno 8 i morti, tra cui cinque bambini. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani che attribuisce la responsabilità dell’attacco ad “aerei russi”. Intanto non si ferma l’esodo di siriani in fuga dalla violenza: solo nell’ultima settimana sono già 120mila gli sfollati.
A cura di Mirko Bellis
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Un bambino viene estratto dalle macerie dopo un bombardamento nella provincia siriana di Idlib (White Helmets)
Un bambino viene estratto dalle macerie dopo un bombardamento nella provincia siriana di Idlib (White Helmets)

In un villaggio della provincia di Idlib, una scuola utilizzata come rifugio per sfollati è stata colpita da un raid aereo. Drammatico il bilancio delle vittime: almeno 8 persone hanno perso la vita, tra cui cinque bambini. È l'ennesimo massacro avvenuto in Siria. Le vittime si trovavano in una struttura scolastica a Jubass, piccolo centro abitato vicino alla città di Saraqib, da giorni teatro di violenti attacchi dell’aviazione siriana e russa. La notizia è stata resa nota dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, il gruppo con sede a Londra che da anni informa grazie ad una rete di contatti sul terreno sull'andamento della guerra nel Paese mediorientale. La strage di civili è stata confermata anche dai Caschi Bianchi, il corpo di volontari impegnato nel soccorso delle vittime dei bombardamenti nelle aree sotto il controllo degli insorti.

La situazione nel sud della provincia di Idlib si fa di ora in ora più drammatica. A Maarat al Numan, città da giorni obiettivo delle bombe dell’aviazione russa e governativa, gli abitanti stanno scappando con qualsiasi mezzo a disposizione. Di fronte all'escalation di violenza, l'Ong Sams (Syrian American Medical Society) ha annunciato l’evacuazione del proprio personale medico impegnato nei due maggiori ospedali cittadini che davano servizio a 25mila persone.

“L’attacco sistematico sui civili e sulle infrastrutture pubbliche ha causato enormi ondate di sfollati”, denuncia Sams. Secondo quanto riferito dall'Ocha (l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari), sono oltre 180.000 le persone fuggite dalle aree meridionali di Idlib alla ricerca di un luogo sicuro. “Questo spostamento – continua la Ong internazionale – aggrava la vulnerabilità di coloro che hanno gravi necessità”. “In queste difficili circostanze, le nostre strutture mediche continuano a lavorare instancabilmente per rispondere al numero esorbitante di civili feriti. Solo questo mese, abbiamo ricevuto oltre 700 feriti, molti dei quali bambini”. Nell'ultima settimana, conferma l’organizzazione turca Humanitarian Relief Foundation (Ihh), sono stati 120mila i civili scappati verso il confine con la Turchia.

Dopo 4 giorni di combattimenti senza tregua, l’esercito di Damasco ha strappato 43 villaggi e città al controllo degli insorti. Idlib, assieme ad alcune aree delle province di Hama e Aleppo, sono gli ultimi territori della Siria nord-occidentale ancora in mano alle forze anti Assad, tra cui spiccano diverse formazioni jihadiste. Ad Idlib, in particolare, hanno trovato riparo circa 3 milioni di persone, sfollati nel corso delle innumerevoli battaglie della guerra siriana che si trascina da quasi 9 anni.

Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, dal 30 aprile 2019, giorno in cui sono ripresi i combattimenti nel nord-ovest della Siria, i morti sono stati oltre 5.200. Di questi il numero di civili uccisi è stato pari a 1.344, tra cui 336 bambini e 246 donne.

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