Strage di bambini in Siria, portavoce Unicef: “Voglio sapere i politici da che parte stanno”
“L'umanità è morta oggi in Siria”: sono le parole pronunciate ieri da Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, che al telefono con l’Ansa piangeva mentre davanti ai suoi occhi scorrevano le terribili immagini di ciò che ha provocato un raid aereo nella provincia di Idlib. L'ennesima strage di bambini in un Paese devastato ormai da sei anni di guerra civile e che si è consumata in una zona controllata dai ribelli. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) sono venti i bambini morti nei raid. Tra le 72 vittime, ha aggiunto l'organizzazione che ha sede nel Regno Unito, ci sono anche 17 donne. Difficile stabilire il responsabile di tale strage, ma per Iacomini – che da anni denuncia con schiettezza tali barbarie – poco importa dato che a pagare il prezzo più alto sono dei bambini. Il vice ministro degli esteri siriano Faysal Miqdad ha accusato oggi la Gran Bretagna, la Francia, la Turchia e l'Arabia Saudita di essere responsabili, assieme ai qaidisti siriani, del presunto attacco chimico.
Lo sfogo del portavoce di Unicef Italia – Le foto con bambini intubati e apparentemente privi di ferite – che accreditano così l'ipotesi di una morte per veleno – sono di una “ferocia e violenza mai viste, oltre il Vietnam e oltre Sarajevo, evocano un calvario che non ha precedenti dalla Shoah, soprattutto per i bambini”, è quanto rileva Iacomini. In collegamento con Fabio Volo questa mattina il portavoce di Unicef ha detto che in Siria è la “Fiera dell’Est”, dove sono arrivati tutti – Iran, Europa, America, Russia – con i loro interessi. E appunto a pagare il prezzo più alto sono i più piccoli. “Un eccidio che non ha paragoni, in barba a tutte le norme di diritto internazionale […] Io voglio sapere da tutta la classe politica italiana nessuno escluso da che parte stanno, non ho ancora sentito uno che dice che questa cosa non deve accadere”, ha attaccato ancora Iacomini, che ha appunto chiesto alla classe politica di esprimere una “condanna senza se e senza ma” e ha rivolto un appello anche ai cittadini, che “non hanno chiesto ai propri governi di porre fine a questo scempio”. Andrea Iacomini ha detto anche che come Idlib ci sono 15 città sotto assedio, dove vivono 280mila bambini.