Strage Dacca, la polizia ammette: “Abbiamo ucciso per errore un ostaggio”
Durante il blitz delle forze dell’ordine bengalesi nel locale di Dacca in cui un commando di terroristi ha ucciso venti persone tra cui nove italiani un ostaggio è morto per colpa di “fuoco amico”. A confermarlo è stata la stessa polizia bengalese dopo le indiscrezioni riportate da alcuni quotidiani internazionali. L’ostaggio ucciso per errore dalla polizia di Dacca potrebbe essere Saiful Islam Chowkidar, 40enne pizzaiolo del ristorante. L’uomo sarebbe stato scambiato per uno degli assalitori. Le autorità avevano inizialmente affermato che tutti gli ostaggi erano stati uccisi nei primi venti minuti dell'assalto. Sul fronte delle indagini sulla strage di Dacca, intanto, la polizia bengalese ha arrestato il padre e il fratello di Shafiqul Islam Uzzal, uno dei terroristi. Lo rende noto il Daily Star. I due uomini sarebbero stati prelevati lunedì sera dalle loro case in un villaggio a Bogra e trasferiti a Dacca. Domenica erano stati arrestati i genitori di un altro membro del commando ucciso dalle forze speciali.
Arrivato l’aereo con le nove vittime italiane: le bare avvolte nel tricolore – Intanto ieri sono atterrate a Roma le salme delle nove vittime italiane della strage di Dacca. Le bare, avvolte nel tricolore, subito dopo sono state trasportate al Gemelli per gli esami di rito. Oggi ci sarà l’autopsia. In Italia è tornato anche Gennaro Cotugno, imprenditore pugliese in un primo momento dato per disperso perché si pensava si trovasse anche lui nel locale della strage. Mentre dal Bangladesh arrivano le notizie di nuovi arresti, la procura di Roma sta preparando una richiesta, tramite rogatoria internazionale, alle autorità bengalesi per avere copia degli atti dell'inchiesta sull'attacco. Il pm Francesco Scavo, titolare degli accertamenti, potrebbe chiedere di interrogare l'unico superstite del commando arrestato.