Strage Dacca, imam Puglia: “Chi uccide nel nome di Allah non è musulmano”
“Chi uccide nel nome di Allah non può e non deve essere considerato musulmano”: con queste parole l'imam della comunità islamica di Puglia, Auyb Said, ha chiuso il Ramadan nella regione. “È stato un mese intenso di preghiera – così l'imam – soprattutto perché sono accadute delle tragedie che ancora una volta hanno scosso il mondo e in particolare tutto il popolo musulmano”. Il pensiero va sicuramente alla strage di Dacca, dove sono state uccise venti persone tra cui nove italiani. In diversi centri pugliesi i musulmani hanno quindi festeggiato la fine del Ramadan pregando insieme e ricordando anche le vittime italiane della strage in Bangladesh. Le manifestazioni ieri sono cominciate di buon mattino a Bari, dove ha sede il centro islamico Pugliese, e negli altri centri pugliesi. A Taranto si è riunita una comunità di circa 500 musulmani sulla rotonda del Lungomare. Dopo aver pregato, una parte della comunità islamica si spostata nel centro diocesano della Caritas per il pranzo.
“Islam non è terrore ma pace” – A Lecce circa un migliaio di musulmani si è ritrovato nel rione San Pio per una preghiera collettiva all'aperto per rafforzare il processo di integrazione con la città. E anche per dimostrare, come ha detto l’imam Saiffedine Maaroufi, “che l'islam non è terrore ma pace”. “Questa è gente che sta usurpando il nome dell'islam – ha spiegato – non hanno nulla a che fare con lo Stato islamico, sono solo degli assassini”. “Siamo pronti ad aprire le porte del centro islamico di Puglia – ha detto poi l'imam di Bari Sharif Lorenzini – per far comprendere a tutti il vero significato della nostra religione, abbattendo ogni stereotipo”.