Strage bus, Marko ritorna a Mestre per ricordare sua moglie incinta: “Doveva essere un viaggio felice”
"Quello che doveva essere un viaggio felice, l'inizio di una nuova vita, si è trasformato in una tragedia." Marko Bakovic parla così della strage di Mestre. A un anno esatto dal terribile incidente che ha tolto la vita a 22 persone, il 25enne croato è tornato sul luogo del disastro. L'aveva promesso un anno fa, uscendo su una barella dall'ospedale di Mirano, mano nella mano con il padre: "Tornerò qui ogni 3 ottobre per l'anniversario del giorno in cui ho perso la mia Antonela", come riporta Il Gazzettino.
Marko e Antonela si conoscevano fin da piccoli. Erano in viaggio di nozze in Italia ed erano stati anche a Roma e Firenze. Le loro nozze erano state celebrate neanche un mese prima, l'11 settembre. La donna era incinta di 2 mesi: è morta tra le lamiere del pullman precipitato dal cavalcavia Vempa di Mestre.
Dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva, Marko è tornato in patria e ha dovuto sottoporsi a un lungo periodo di riabilitazione. Ma se le ferite fisiche in questi mesi si sono rimarginate, quelle psicologiche probabilmente non andranno mai via. "Ci vorrà moltissimo tempo – aveva raccontato un anno fa papà Ante – Siamo una famiglia numerosa, rimarremo uniti per permettergli di affrontare il lutto. Quelle ferite, però, rimarranno per sempre."
Operaio edile e calciatore in una squadra dalle parti di Spalato, lo Sloga Mravince, il 25enne croato ricorda tutti quei drammatici momenti. "L'autobus a un certo punto è finito contro il guard rail e ha cominciato a grattare con la fiancata per 30, 40 metri. Lui in quei momenti si è alzato in piedi, con una mano si è aggrappato alla sbarra e con l'altra ha tenuto Antonela abbracciata. In quel momento l'autobus è caduto", aveva raccontato sempre il padre.
Non appena ha aperto gli occhi, si è lanciato fuori dall'autobus per aiutare i soccorritori. E per ritrovare la sua Antonela. Poi, però, le ferite si sono fatte sentire e Marko ha perso i sensi. Ora è tornato lì, nel primo di quei viaggi che ripeterà ogni anno, il 3 ottobre. Il giorno in cui la vita è cambiata per sempre.