Strage Barcellona, gli arrestati confermano in tribunale: “Obiettivo era la Sagrada Familia”
L'attacco a Barcellona sarebbe dovuto essere più vasto e avere come obiettivo principale la Sagrada Familia, simbolo della città catalana. La conferma delle reali intenzioni del gruppo di terroristi che lo scorso 17 agosto ha seminato morte e distruzione sulla Rambla e a Cambrils arriva direttamente dai quattro presunti membri della cellula terrorista di Ripoll arrestati in seguito alla strage. Lo hanno fatto davanti al giudice Fernando Andreu, che dirige le indagini sugli attacchi in Spagna, nella sede dell'Audiencia Nacional di Madrid, in cui sono stati trasportati seguiti da ingenti misure di sicurezza. In particolare, è stato Mohamed Houli Chemal, 21 anni, a sottolineare come il loro intento fosse quello di far esplodere non solo la grande basilica cattolica di Gaudì, ma anche altri monumenti simbolo della città, come riferisce il quotidiano locale El Mundo citando fonti giudiziarie.
Le loro testimonianze sono fondamentali per ricostruire il piano messo in atto lo scorso 17 agosto, che ha causato la morte di 15 persone e il ferimento di altre 120. Dopo la morte di Younes Abouyaaquoub, l'autista del furgone piombato a tutta velocità sulla Rambla, ucciso dai poliziotti catalani a circa 50 chilometri a Nord di Barcellona, Driss Oukabir, Mohammed Aalla, Mohamed Houli Chemal e Salah el Karib sono gli unici a essere rimasti vivi dei 12 che secondo gli investigatori costituivano il gruppo responsabile della strage. Del primo è stato ritrovato il passaporto nel van usato per l'attacco, il secondo è il proprietario dell'Audi utilizzata a Cambrils, Chemal è rimasto ferito nell'esplosione della villetta usata come loro base ad Alcanar, e infine Karib era il gestore dell'internet point di Ripoll che secondo gli inquirenti sarebbe stato usato per trasferire soldi in Marocco.
Intanto, sempre fonti investigative fanno sapere che alcuni membri della cellula terroristica responsabile degli attentati di Barcellona erano in Francia poche settimane prima della strage. A confermarlo è stato il ministro dell'Interno, Gerard Collomb, ai microfoni di Bfm-tv, sottolineando che l'Audi A3 utilizzata per l'attacco a Cambrils era stata fotografata da un autovelox nella regione parigina. "Questo gruppo è venuto a lavorare a Parigi ma è stata un'andata e ritorno rapida", ha poi affermato Collomb. In Marocco, invece, è stato arrestato un presunto cugino di Driss Oukabir e di suo fratello Moussa, rimasto ucciso a Barcellona. L'uomo è stato arrestato con l'accusa di apologia del terrorismo e per i suoi possibili collegamenti con la cellula di Ripoll.