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Storico accordo tra Israele ed Emirati firmato alla Casa Bianca, Netanyahu: “Nuova alba di pace”

Giornata storica a Washington dove il presidente Usa Donald Trump sigilla la pax americana in Medio Oriente con la firma da parte dei leader di Israele, Emirati e Bahrein dei cosiddetti accordi di Abramo “che nessuno pensava fossero possibili”. Netanyahu: “Grazie all’inquilino della Casa Bianca per la mediazione. Oggi è una nuova alba di pace”.
A cura di Ida Artiaco
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"Storico giorno per la pace in Medio Oriente". Ha ragione Donald Trump quando su Twitter annuncia l’imminente firma alla Casa Bianca da parte dei leader di Israele, Emirati e Bahrein dei cosiddetti accordi di Abramo "che nessuno pensava fossero possibili", per la normalizzazione dei rapporti tra Israele da un lato ed Emirati Arabi e Barhain dall'altro. Il presidente Usa sigilla in questo modo a Washington la pax americana in Medio Oriente, che era già stata annunciata a metà agosto. Alla cerimonia, nel South Lawn, tra i 700 invitati, sono intervenuti anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha definito oggi "una nuova alba di pace" e i ministri degli esteri degli altri due Paesi, rispettivamente Abdullah bin Zayed Al Nahyan e Khalid bin Ahmed bin Mohammed Al Khalifa. Il presidente Usa ha avuto incontri bilaterali nello studio Ovale con tutti e tre prima della cerimonia.  Sempre Netanyahu ha anche ringraziato l'ex tycoon  per la sua "mediazione" e per aver "affrontato coraggiosamente i tiranni dell'Iran".

Cosa prevedono gli accordi di Abramo

I dettagli dell’intesa restano per ora quasi tutti segreti, perché diventi legale e vincolante deve essere approvata dal parlamento israeliano. I pochi che si conoscono, come emerge dalla stampa a stelle e strisce, emergono dalle polemiche politiche israeliane. La sinistra all’opposizione rivela che l’intesa prevede il via libera per gli Stati Uniti alla vendita dei jet militari F-35 agli Emirati. Di certo, Emirati e Bahrein non sono mai stati in guerra con Israele, non sono trattati di pace come quelli siglati con l'Egitto nel 1979 e con la Giordania nel 1994. In ogni caso si tratta di intese storiche che cambiano la mappa e gli equilibri mediorientali, segnando l'accettazione di Israele nel mondo arabo e un'alleanza comune contro l'Iran, il nemico numero uno di Washington nella regione. Top secret anche la questione palestinese. Lo stesso Donald Trump in una intervista a Fox News andata in onda alla vigilia dell'incontro ha affermato che alla fine anche "i palestinesi arriveranno a un punto in cui vorranno unirsi all'accordo di pace" con Israele dopo l'adesione di altri stati arabi, aggiungendo: "Avremo la pace in Medio Oriente senza queste stupidaggini, questo sparare a tutti, uccidere tutti, questo spargere sangue sulla sabbia". Ma proprio i palestinesi pare non abbiano preso bene la firma dell'intesa, denunciando "di essere stati pugnalati alle spalle" da quei Paesi che sono venuti a patti con lo Stato ebraico senza aspettare la nascita di uno Stato palestinese e hanno manifestato oggi per quello che definiscono un "giorno oscuro" per la storia del mondo arabo.

Il successo diplomatico di Trump

Per Trump è indiscutibilmente un trionfo diplomatico, che gli permette di accreditarsi come artefice di pace e di vantare la candidatura al Nobel a sette settimane dalle elezioni, mentre spera di incassare un nuovo successo dai negoziati sull'Afghanistan. Come suggerisce lo stesso nome degli accordi, è una vittoria anche per il suo amico ed alleato Netanyahu, inseguito finora dalle polemiche del processo per corruzione e per il rinvio del lockdown per la pandemia. L'unico prezzo che paga è la sospensione, non la rinuncia, all'annessione della Cisgiordania. Non solo. Trumo si è rivolto allo storico nemico rappresentato da Teheran, affermando: "Farò un grande accordo con l'Iran dopo le elezioni, anche se Teheran sta aspettando il voto sperando di fare un accordo migliore con sleepy Joe Biden".

Razzi sparati a Gaza, almeno 2 i feriti

Mentre negli Usa si stava firmando l'accordo storico per il Medio Oriente, e per le relazioni tra Israele e palestinesi, risuonavano le sirene di allarme anti-missili nelle zone israeliane a nord della Striscia di Gaza, nelle città di Ashkelon e Ashdod. Secondo l'esercito israeliano due razzi sono stati sparati dalla Striscia di Gaza – enclave sotto il controllo di Hamas – verso Israele. Una è stata intercettata ma la seconda si è abbattuta sulla città di Ashdod, tra Tel-Aviv e la Striscia di Gaza. Secondo i soccorsi locali, ci sono stati almeno due feriti lievi.

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