Storica sentenza in Messico: consumare marijuana per uso ricreativo non sarà più un reato
Storica sentenza in Messico dove la Corte Suprema ha stabilito che consumare marijuana per uso ricreativo non sarà più un reato. I giudici hanno infatti approvato lunedì scorso con un voto a maggioranza di 8 a 3 la legalizzazione della cannabis per gli adulti, con una decisione che lo stesso presidente del massimo tribunale messicano, Arturo Zaldívar, ha definito "storica per il trionfo della libertà". Resta, tuttavia, proibito il consumo in pubblico, davanti a minori o a terze persone che si sentano offese da tale uso, nonché dovrà essere vietata la guida di veicoli o macchinari pesanti alle persone che ne fanno uso regolarmente. Il pronunciamento della Corte è arrivato per altro dopo mesi di dibattito politico intorno a una legge più ampia sulla depenalizzazione della vendita e del consumo di cannabis, che però è rimasta bloccata in Senato.
La decisione della Corte, considerata dai sostenitori della legalizzazione come uno strumento importante per ridurre la violenza dei cartelli della droga nel paese sudamericano, ora obbligherà il ministero della Salute e la Commissione federale per la Protezione dai rischi sanitari (Cofepris), a emanare regolamenti che facilitino l’uso ricreativo della cannabis, assoggettandola a regole simili approvate per altre sostanze come le bevande alcoliche. Pertanto, si prevede l'uso della cannabis per i maggiorenni, regolarizzandone la produzione per scopi medici, industriali e ricreativi. Gli utenti di età superiore ai 18 anni possono consumare marijuana e avere fino a 28 grammi a casa. Tuttavia, alcune organizzazioni hanno affermato che è improbabile che la sentenza porti a grandi cambiamenti immediati. Secondo la Ong Mexico United Against Crime, la sentenza "non depenalizza le attività necessarie per svolgere il consumo" come il possesso e il trasporto. Per altri, invece, si tratta di una decisione importante, come per José Miguel Vivanco, direttore per le Americhe di Human Rights Watch, che ha affermato al Washington Post che il divieto dell'uso della marijuana ha avuto "costi devastanti" per i diritti umani in Messico.