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Stop alla vendita di ostriche a Capodanno: “Troppe persone intossicate” in Francia

A pochi giorni dal Capodanno, le autorità francesi hanno deciso di bloccare per un periodo la vendita di ostriche dopo che nei giorni scorsi si sono verificati “diversi casi di intossicazione alimentare collettiva”. Le autorità sanitarie hanno registrato infatti un aumento delle visite negli ospedali durante le feste natalizie per sintomi gastrointestinali.
A cura di Eleonora Panseri
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Stop temporaneo alla vendita di ostriche in Francia. A pochi giorni dal Capodanno, le autorità francesi hanno deciso di bloccare per un periodo il commercio di questi alimenti dopo che nei giorni scorsi si sono verificati "diversi casi di intossicazione alimentare collettiva", come riporta il quotidiano Le Monde.

Secondo quanto è stato comunicato in una nota ufficiale della prefettura della Gironda, "i sintomi sono quelli di una gastroenterite acuta e finora non sono stati segnalati casi gravi". Le autorità sanitarie hanno registrato infatti un aumento delle visite negli ospedali durante le feste natalizie per sintomi legati alla stessa fonte alimentare.

Le indagini sulla tracciabilità e la presenza di ‘norovirus'

Al momento sono in corso indagini sulla tracciabilità dei prodotti, ma sono state fatte diverse segnalazioni che indicherebbero le ostriche della baia di Arcachon come potenzialmente rischiose per la salute. Alcune analisi avrebbero confermato al loro interno la presenza del "norovirus" responsabile della gastroenterite.

Da qui la decisione, per un periodo che al momento resta indeterminato, di vietare le attività di pesca, raccolta e vendita destinate al consumo umano di questi prodotti. Il divieto verrà rimosso quando, spiegano ancora le autorità, tornerà "nella norma e pienamente soddisfacente la qualità sanitaria di molluschi e crostacei" della regione.

La denuncia dei produttori

A farne le spese saranno i produttori che avrebbero denunciato "un problema noto da tempo: la saturazione degli impianti di smaltimento delle acque piovane e delle acque reflue". Gli impianti esistenti, hanno detto, non sarebbero stati in grado di smaltire le forti piogge durate un mese e mezzo e che, riversandosi in mare, avrebbero contaminato le aree di allevamento dei molluschi diventate poco salubri.

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