video suggerito
video suggerito

Sterilizzazioni forzate per migliaia di donne in Perù, a processo l’ex presidente Fujimori

Sarà processato per i crimini commessi durante il suo mandato l’ex presidente del Perù Alberto Fujimori, accusato di aver costretto quasi 300mila donne indigene alla sterilizzazione con l’obiettivo di ridurre il tasso di natalità nel Paese. Prima però il Cile dovrà ampliare gli accordi sull’estradizione.
A cura di Chiara Ammendola
61 CONDIVISIONI
Protesta del 2017 in Perù contro l'ex presidente Fujimori
Protesta del 2017 in Perù contro l'ex presidente Fujimori

Dopo quasi 30 anni migliaia di donne potranno finalmente vedere riconosciuto il proprio diritto alla giustizia, quella che invocano da quando il governo peruviano le costrinse a una sterilizzazione di massa con l'obiettivo di ridurre il tasso di natalità nel Paese per promuovere la crescita economica. Era la fine degli anni '90. Oggi, al termine di nove mesi di udienze il giudice Rafael Martinez ha annunciato che saranno processati l'ex presidente del Perù Alberto Fujimori, al potere dal 1990 al 2000, e già condannato nel 2009 a venticinque anni di reclusione per crimini contro l'umanità. Con lui diversi suoi collaboratori e ministri, tra i quali anche Alejandro Aguinaga, medico personale di Fujimori, ex ministro della Salute e deputato del partito Forza popolare di Keiko Fujimori, figlia ed erede politica dell'ex presidente.

Quasi 300mila le donne cadute nella trappola di Fujimori

Si conclude così una battaglia legale che dura da diciannove anni (la prima istruttoria è stata aperta nel 2002 e il caso è stato chiuso quattro volte) e che segna una prima vittoria per migliaia di vittime, sia uomini che donne, che per anni hanno lottato per avere la possibilità che i responsabili di quegli orrori vengano processati. Sono circa 1.317 le denunce presentate negli anni per le sterilizzazioni forzate avvenute tra il 1996 e il 2000, ma secondo l'Associazione delle donne peruviane vittime della sterilizzazione forzata (AMPAEF), si stima che sono circa 270.000 le donne indigene che sono state costrette in quegli anni a sottoporsi alla legatura delle tube per la sterilizzazione, nell'ambito del "Programma nazionale di salute riproduttiva e pianificazione familiare" voluto proprio da Fujimori. Sempre secondo i dati ufficiali sarebbero almeno 18 le donne morte durante le operazioni di questo tipo.

Il Cile dovrà ampliare gli accordi sull'estradizione

"Questo è un momento storico, sia per le vittime che per il Perù e per i diritti umani", il commento di Maria Esther Mogollon, coordinatrice dell'AMPAEF –  c'è tanta emozione ma stiamo aspettando da così tanto tempo ormai che c'è anche tanta sfiducia, anche se pian piano la disillusione sta lasciando il posto alla speranza". Fino a quando il Cile non rilascerà la propria autorizzazione il processo però potrebbe non iniziare: gli accordi tra i due Paesi sull'estradizione infatti non comprendono questo tipo di imputazione. Per questo l'accusa "presenterà al momento opportuno un'ampliamento della richiesta di estradizione al Cile", così come spiegato dalla procuratrice incaricata del caso Carmen Rosa Crisostomo. Subito dopo che Martinez ha deciso di procedere col processo per l'ex presidente e i vari ex ministri, la difesa ha infatti subito chiesto ed ottenuto la sospensione della procedura. Si ritiene che il via libera del Cile possa richiedere fino a un anno.

61 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views