Stephen, il designer che stampa in 3D protesi (molto speciali) per bimbi
Stephen Davies, un designer di Clydach, un piccolo paese della contea di Swansea, in Galles, rimase molto deluso quando il servizio sanitario inglese gli consegnò la protesi che doveva sostituire la sua mano sinistra. Per Davies, senza l’organo prensile fin dalla nascita, quel dispositivo ricordava “un artiglio di epoca medievale”. La vita di questo ingegnere di 43 anni e padre di tre figli cambiò quando scoprì e-Nable, una rete globale di medici, ingegneri e creatori che, utilizzando la tecnologia delle stampanti 3-D, costruisce gratuitamente mani e parte del braccio per le persone disabili di tutto il mondo.
Dopo aver ricevuto la protesi, Davies decise di dedicare il suo talento ad aiutare gli altri. Assieme a Drew Murray – il tecnico inglese che realizzò la sua mano – fondò nel 2015 l’organizzazione no profit Team UnLimbited. “In pochi mesi sono riuscito a raccogliere il denaro per comprare una stampante 3-D” ha raccontato. Da allora, in un piccolo laboratorio nel giardino della sua casa in Galles, realizza gratuitamente decine di protesi per i bambini di tutto il mondo. I suoi progetti sono disponibili nel sito dell’associazione e possono essere scaricati liberamente. Chiunque in possesso di una stampante 3-D può creare una mano artificiale con il solo costo del materiale plastico impiegato. Ma la generosità di Davies va oltre: per soddisfare le esigenze dei più piccoli, i suoi dispositivi sono personalizzati. “Facciamo le protesi in vari colori a seconda delle richieste dei bambini – ha spiegato Davies alla Bbc – riproducendo i loro eroi preferiti”. Così gli impianti che escono dalla sua stampante 3-D hanno raffigurato i colori di Spider-Man, Harry Potter e tanti altri personaggi infantili. Alcuni modelli possono anche illuminarsi di notte. “La chiave sta nel creare un dispositivo che il bambino voglia usare e sia fiero di far vedere ai suoi amici”, ha dichiarato l'inventore.
Davies ricorda ancora il momento in cui consegnò la sua prima protesi a Isabella, una bambina di otto anni di Bristol. Nel 2015, dopo aver progettato la mano protesica, percorse in macchina 320 chilometri per dargliela di persona. “E’ stato uno dei giorni più belli della mia vita. Sapere che la mia creazione ha potuto migliorare la vita di una bambina mi ha reso estremamente orgoglioso e felice”, ha scritto Davies sul suo blog. “E' bellissima – è stata la prima reazione di Isabella – mi piacciono tantissimo i suoi colori”. “L’oggetto è così colorato che ha insistito per indossarlo al supermercato subito dopo averlo ricevuto, mostrandolo con orgoglio a tutto il mondo”, ha raccontato il padre di Isabella. La nuova mano permette alla bimba di suonare il pianoforte, portare a spasso il cane e giocare a pallone. “Le ha ridato una fiducia incredibile”, ha confidato la mamma.
Il laboratorio di Davies è tappezzato con le foto di bambini di tutto il mondo con le mani e braccia creati dalla sua stampante 3-D. Il costo di una protesi di questo tipo può arrivare fino a 10.000 dollari ma, come specificato da e-Nable, le famiglie non devono spendere nulla. Da quanto nel 2013 è nata questa rete globale di volontari sono stati creati circa 1.800 dispositivi consegnati in oltre 45 Paesi. La maggior parte delle mani artificiali create dalla comunità di volontari di e-Nable richiede che il polso possa essere piegato di almeno 30 gradi in entrambe le direzioni; allo stesso modo, per far funzionare correttamente il dispositivo, le persone devo avere la maggior parte o tutto il palmo. Esistono, però, anche dei modelli che prevedono la funzionalità solo del gomito.
Grazie alle donazioni raccolte anche con il metodo del crowdfunding, dopo Isabella, tanti altri bimbi stanno usando le protesi disegnate da Davies. Sul suo blog, il designer racconta le storie di allegria, sorrisi e salti di gioia dei piccoli nel momento in cui hanno potuto usare i loro nuovi organi. Come Brooke, una bambina nata senza le dita della mano destra a causa di un’anomalia congenita. Realizzata con i suoi colori preferiti (il rosa e il viola), la protesi l’ha resa così felice che l’ha subito ribattezzarla “La Principessa Mano”. “Spero che il mio lavoro – ha scritto Davies – possa aumentare la consapevolezza e contribuire a promuovere lo sviluppo di dispositivi ausiliari 3D a vantaggio di tutti”.