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Stepchild adoption, Bagnasco: “L’amore non giustifica tutto. I figli non sono oggetti”

Il cardinale torna all’attacco della “deriva individualista” e ribadisce il suo ‘no’ alle nuove forme della famiglia. “Siamo in inverno demografico, fare più figli” dice.
A cura di Biagio Chiariello
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 "La deriva individualista, radicale e liberista, non intende fermarsi, mentre riaffermiamo con tantissima gente che avere dei figli è un desiderio bello e legittimo, così è diritto dei bambini non diventare oggetto di diritto per nessuno, poiché non sono cose da produrre”. Nell'aprire i lavori del Consiglio permanente Cei, che si tiene a Genova, il cardinale Angelo Bagnasco torna a ribadire il ‘no’ della chiesa su unioni civili, stepchild adoption e utero in affitto.  ‘I figli non sono oggetti’, è il concetto. “I bambini hanno diritto a un padre e una madre, come anche recentemente il Tribunale dell'Aia" ribadisce.

“L’amore non giustifica tutto: avere dei figli è un desiderio bello e legittimo, ma è diritto dei bambini non diventare oggetto di diritto per nessuno, poiché non sono cose da produrre. Tanto più che certi cosiddetti diritti risultano essere solo per i ricchi, alle spalle dei più poveri, specialmente delle donne e dei loro corpi”.

"Sembra che il Paese, nel suo insieme, stia reagendo alla crisi, ma il cammino si presenta faticoso" anche perché nell'ambito della politica "la situazione appare complessa, spesso anche litigiosa e distratta". Il cardinale Bagnasco ha fotografato così il momento che vive l'Italia. "E' l'ora – ha scandito aprendo il Consiglio Episcopale Permanente – di una grande responsabilità, perché i germogli possano diventare presto raccolto abbondante, perché l'occupazione, la famiglia e lo stato sociale siano a portata di tutti, specialmente dei giovani che hanno diritto di farsi la propria famiglia".

Bagnasco parla anche del fenomeno dei migranti, definendolo un "tragico esodo". "Dall'inizio del 2015 sono morte 4.200 persone, di cui 330 bambini solo nel Mar Egeo! Che spettacolo dà di sé l'Europa? Dobbiamo confrontarla – continua – con i volti sfatti e terrorizzati dei bambini e dei vecchi, di questa gente che si sottopone a indicibili fatiche, stenti, pericoli, disposti a sparire fino a perdere la vita. E che spesso non vuole o non può più tornare indietro. Può l'Europa, culla di civiltà e diritti, erigere muri e scavare fossati?". Poi ancora: "Davanti a queste tragedie di violenza e di ingiustizia crescono timori, resistenze e, soprattutto, l'indifferenza nell'opinione pubblica mondiale. E ripetiamo che l'indifferenza globale è qualcosa che grida vendetta al cospetto di Dio".

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