Stati Uniti pronti ad attaccare l’Iran
Potrebbe accadere in qualsiasi momento. Basterebbero pochi minuti da un eventuale ordine di attacco per mettere in moto tutta la macchina da guerra americana. L'obiettivo uno dei nemici storici degli Stati Uniti, l'Iran, che con il suo programma nucleare tiene sul chi va là tutti i governi occidentali. «Se il Presidente Barack Obama dovesse dare l'ordine, noi saremmo pronti all'istante ad attaccare». A dichiararlo è il generale pluridecorato, Martin Dempsey, capo di stato maggiore congiunto dell'esercito americano.
Il numero uno nell'esecuzione militare lo ha rivelato alla Cnn in un'intervista sulle tensioni con l'Iran. «La guerra sarebbe una tragedia – ha affermato l'alto ufficiale che però ha aggiunto – il non far nulla lo sarebbe ancor di più. Ogni tipo di sottovalutazione della minaccia nucleare iraniana potrebbe avere effetti devastanti su tutta la regione e sul mondo intero». Il generale ha poi confermato l'utilizzo di droni di ricognizione utilizzati dagli Stati Uniti per monitorare la situazione in Iran.
Per Dempsey sarebbe stato un errore imperdonabile non tenere sotto controllo i movimenti del governo di Mahmoud Ahmadinejad considerato comunque ostile agli Stati Uniti. Dempsey si è poi detto soddisfatto delle operazioni di preparazione di un eventuale attacco che garantiscono all'America uno stato di tranquillità e preparazione. «Stiamo esaminando una serie di opzioni ma al momento sono soddisfatto delle mobilitazioni che stiamo facendo. Se sarà necessario un attacco noi saremo pronti, sempre se il Presidente lo riterrà opportuno».
Di fatto la stessa linea dettata dal segretario alla Difesa, Leon Panetta, che pure non aveva escluso nessuna opzione. Una di queste è ormai chiaro sia quella dell'attacco all'Iran che creerebbe una crisi internazionale visto il ruolo centrale della nazione guidata da Ahmadinejad in Medio Oriente. Dempsey ha infine parlato dell'intelligence americana, visto che dalla primavera ad oggi sono state catturate 45 spie statunitensi in Iran, e della collaborazione con Israele contro il nemico comune condividendo anche un reparto congiunto di spionaggio.