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Spy story alla tedesca: informazioni riservate agli Usa in cambio di denaro

In cambio di 25mila euro un agente del servizio segreto tedesco passava informazioni all’agenzia di spionaggio americana Nsa. La vicenda che ha reso infuocati i rapporti fra le due potenze.
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Venticinquemila euro in cambio di informazioni dettagliate sui servizi segreti, sulle attività parlamentari e sullo stesso Edward Snowden. Questo – secondo quanto emerso nelle ultime ore -, sarebbe l'accordo raggiunto tra l'agente del servizio segreto tedesco Bnd, da mercoledì scorso in custodia a Berlino, e l'agenzia di spionaggio americana Nsa e relativo alle attività di monitoraggio delle attività parlamentari del Bundestag. Il doppio gioco dell'operatore 31enne, impiegato nel settore del comunicazioni interne del Bundesnachrichtendienst (ovvero il servizio d'informazioni federale tedesco, Bnd), ha mandato su tutte le furie la cancelliera Angela Merkel, in queste ore in visita ufficiale in Cina, che  ha tuonato: "Se le notizie dovessero essere confermate,  si tratterebbe di un caso serio. Si tratterebbe di un'evidente contraddizione di quella che considero una cooperazione di fiducia tra partner ed agenzie".

Secondo quanto emerso dagli interrogatori, e riportato in primis dalle emittenti Ndr e Wdr e dal quotidiano Suddeutsche Zeitung, l'agente avrebbe passato ai colleghi americani circa 200 documenti riservati e relativi,  in particolar modo, ai lavori della commissione parlamentare tedesca a lavoro proprio sul caso di spionaggio della Nsa ai danni della Germania e soprattutto della cancelliera Merkel.

E mentre il ministro degli Esteri Frank Walter Steinmeier ha chiesto spiegazioni a stretto giro a Washington, il collega degli Interni Thomas De Maiziere avrebbe già preso in considerazione l'ipotesi di far ampliare, per la prima volta dalla caduta del muro, il raggio operativo dei servizi d'informazione tedeschi anche sui Paesi alleati. Secondo quanto riportato dalla Bild, De Maiziere avrebbe sostenuto la necessitò in questo momento di ampliare lo sguardo "a 360 gradi al fine di raccogliere informazioni anche su Usa, Gran Bretagna e Francia".

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Come in ogni spy story che si rispetti, dunque, la talpa – o forse la prima di esse –, sarebbe stata scovata e a conferma dei cliché più noti sarebbe proprio un postino l'uomo chiave dello spionaggio Usa in terra tedesca. Che la questione fosse tutt'altro che archiviata era cosa nota in Germania, dato non solo il clamore provocato dallo scandalo in se – ovvero lo spionaggio di una potenza straniera considerata in qualche modo alleata o amica dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi –, ma anche e soprattutto dai ricordi più che sinistri provocati dal temutissimo servizio di sicurezza della Germania Est – noto con l'abbreviazione di Stasi (ovvero la Staatsichereit, il ministero per la sicurezza dello stato in Ddr) –, che aveva tra le sue peculiarità proprio quella di tenere sotto rigoroso controllo tutte le comunicazioni tedesche.

La reazione di Angela Merkel allo spionaggio in Germania

La Merkel, che si ricordi, era cittadina della Germania orientale, ha ancora ricordi vividi di quel periodo e la sua reazione allo scoppio del caso è stata tutt'altro che compassata mettendo in crisi, per la prima volta da 70 anni ad oggi, i rapporti prima saldi tra i due paesi. Di sicuro il ruolo che la Germania sta ricoprendo nell'intero affaire Nsa non è di secondo piano. Questo, secondo gli addetti ai lavori, per due motivazioni: la prima è che il Bnd sia considerato a tutt'oggi un servizio di sicurezza ancora ‘acerbo', sia per questioni storiche (durante tutto il periodo della guerra fredda il servizio di sicurezza tedesco era di fatto sotto l'occhio delle potenze occidentali vincitrici della guerra), sia perché al momento e come conseguenza della sua giovane formazione non sarebbe stato coinvolto – a differenza delle altre strutture europee – in operazioni scabrose o pericolose per l'immagine del Paese (basti pensare ai vari teatri mediorientali o Nord africani dove le potenze occidentali giocano ancora un ruolo di primissimo piano nella gestione di intere nazioni). Ed è notizia di poche ore fa l'apertura, da parte di Hillary Clinton – ex segretario di Stato dell'amministrazione Obama –, ad un possibile ritorno di Edward Snowden negli Usa per difendersi in patria dalle pesantissime accuse piovutegli sul capo dal momento delle sue rivelazioni.

La gola profonda americana, ora riparata in Russia e spesso presente in Germania (invitato in particolar modo dai componenti del partito dei Verdi, proprio per fare chiarezza sullo scandalo Nsa), potrebbe continuare, nel frattempo, a fornire dettagli sia informatici sia relativi alle operazioni condotte dalla Nsa in Germania, così come negli altri paesi europei, per garantirsi lo status di rifugiato non solo in Russia, ma anche in altre realtà del vecchio continente. Molto, in ogni caso c'è da scoprire e se il fermo del ‘postino' 31enne tedesco dovesse essere confermato, e dunque l'uomo incriminato, dettagli vitali delle operazioni dell'agenzia Usa potrebbero venire alla luce, con imprevedibili ripercussioni sui rapporti tra gli Stati Uniti e la Germania.

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