Spinge passeggero sui binari della metro all’arrivo del treno: “Mi ha guardato male”, il video a Londra

Un senzatetto è sotto processo per aver spinto un passeggero della metropolitana sui binari di una delle stazioni più trafficate di Londra – a Oxford Circus – lo scorso 3 febbraio. “Mi aveva guardato male, ero arrabbiato” ha detto.
A cura di Biagio Chiariello
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A pochi centimetri dalla morte per folgorazione e a pochi secondi dall'essere investito da un treno dopo essere stato spinto giù da una banchina della metropolitana di Londra.

Tadeusz Potoczek, 61 anni, stava tornando a casa dal lavoro quando Brwa Shorsh, senzatetto di 24 anni, lo ha spinto nella traiettoria della Tube in arrivo lo scorso 3 febbraio alla fermata di Oxford Circus.

Ha mancato di pochissimo il contatto con i cavi dell'alta tensione, mentre il macchinista del treno ha detto che se fosse finito sui binari solo pochi secondi dopo, sarebbe stato travolto. L'uomo è comunque riuscito a risalire in tempo.

In questi giorni si è aperto il processo nei confronti del 24enne, un migrante curdo, presso l'Inner London Crown Court. Shorsh ha spiegato di aver agito in quel modo perché convinto che il 61enne gli avesse "lanciato un'occhiataccia", pochi istanti dopo che alcune donne lo avevano deriso per "essere un senzatetto". Ha comunque negato le accuse, ma è stato dichiarato colpevole di tentato omicidio.

"Se voleva davvero ucciderlo, perché non ha aspettato che il treno gli fosse addosso?" ha detto l'avvocato difensore Tim Brown. Durante l'udienza di martedì 30 luglio, i pubblici ministeri hanno affermato che l'incidente fosse "un atto di violenza casuale" contro un uomo che "non aveva fatto assolutamente nulla di sbagliato".

Sul perché abbia spinto Potoczek in maniera così violenta da farlo finire oltre la banchina, Shorsh ha detto: "Mi ha fatto arrabbiare e lo odiavo". E poi si è scusato: "Mi dispiace per quello che è successo. Non avevo intenzione di ucciderlo e non sono un assassino". In quella frazione di secondo "Volevo solo vendetta", ha detto.

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