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Spiava i dipendenti nella filiale di Norimberga, ad H&M maxi-multa da 35,3 milioni di euro

Il colosso dell’abbigliamento di origine svedese Hennes and Mauritz (H&M) è stato costretto a pagare una multa salata, pari a 35,3 milioni di euro per la violazione sulla legge sulla privacy dal garante della protezione dei dati di Amburgo: secondo l’accusa, ha spiato i suoi dipendenti nella filiale di Norimberga, acquisendo e conservando informazioni strettamente personali.
A cura di Ida Artiaco
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Spiava i dipendenti nella filiale di Norimberga. Per questo, il colosso dell'abbigliamento di origine svedese Hennes and Mauritz, meglio noto come H&M, sarà costretto a pagare una multa salata, pari a 35,3 milioni di euro per la violazione sulla legge sulla privacy. È quanto ha stabilito il garante della protezione dei dati ad Amburgo, secondo quanto riferiscono i media tedeschi fra cui Dpa. Secondo la stampa locale, infatti, era almeno dal 2014 che, come hanno denunciato le autorità, l'azienda conservava "ampie registrazioni delle condizioni di vita privata" dei lavoratori. "Questo caso documenta un grave illecito nell'ambito della protezione dei dati dei dipendenti presso la sede di H&M a Norimberga", ha affermato il responsabile della protezione dei dati Johannes Caspar, aggiungendo che "l'importo della sanzione inflitta è adeguato e idoneo a dissuadere le aziende dal violare la privacy dei propri dipendenti".

Dal canto suo, il colosso dell'abbigliamento, se da un lato ha ammesso le proprie colpe, chiedendo scusa ai dipendenti coinvolti, dall'altro ha fatto sapere che esaminerà dettagliatamente quanto stabilito dall'autorità. La multa inflitta a H&M è la più alta che si sia mai registrata in Germania per violazioni della protezione dei dati. Nel 2019, il gruppo immobiliare Deutsche Wohnen ha dovuto pagare 14,5 milioni di euro, e nello stesso anno il gruppo di telecomunicazioni 1 & 1 Drillisch è stato costretto a pagare per lo stesso motivo un'ammenda di 9,6 milioni di euro, ma mai nessuno aveva raggiunto cifre così elevate, così come previsto dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), adottato nel 2018 in tutta l'Ue. Secondo l'accusa, nella filiale di Norimberga di H&M alcuni superiori avrebbero acquisito una serie di informazioni relative alla vita privata dei loro dipendenti, che vanno da dettagli piuttosto innocui a problemi familiari e credenze religiose. Il tutto veniva poi registrato ed archiviato digitalmente così da poter essere consultato anche da altri manager dell'azienda. L'autorità di Amburgo ha parlato di documenti molto dettagliati che sono stati utilizzati per ottenere un profilo dei dipendenti per misure e decisioni anche nel rapporto di lavoro.

La raccolta dei dati è venuta a galla nel 2019 a causa di un errore di configurazione per cui tutti hanno potuto consultare le informazioni conservate. Dopo che l'autorità per la protezione dei dati di Amburgo è stata informata della raccolta dei dati tramite rapporti di stampa, prima ha ordinato il "congelamento" completo del contenuto in rete e poi ne ha chiesto il rilascio. Ad ogni modo, la catena di negozi conosciuta in tutto in mondo non sta passando un bel periodo. Oltre alla notizia della maxi multa, il colosso svedese ha anche comunicato di avere in programma di chiudere il 5% dei suoi negozi nel 2021, 250 sugli attuali cinquemila circa, anche alla luce dell'accumularsi di scorte di magazzino che il gruppo di abbigliamento punta a ridurre nei prossimi quattro anni.

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