Sparatoria di Jacksonville: chi era il 21enne che ha ucciso 3 afroamericani in un supermercato

Gli Stati Uniti sono stati scossi ancora una volta dall'ennesima sparatoria. Sabato mattina a Jacksonville, in Florida, un ragazzo bianco di 21 anni ha ucciso tre persone nere in un negozio della Dollar General, una catena di supermercati, armato di pistola Glock e fucile d'assalto AR-15. Poi si è tolto la vita. Le vittime, una donna e due uomini, si chiamavano Angela Michelle Carr, 52 anni; Jerrald Gallion, 29; Anolt Joseph Laguerre, 19.Tutto è durato soltanto undici minuti. Un lasso di tempo brevissimo che ha scosso la comunità afroamericana della città.
Chi era Ryan Christopher Palmeter, il killer della sparatoria

Il ragazzo che ha aperto il fuoco si chiamava Ryan Christopher Palmeter. Aveva 21 anni, una vita segnata da una lunga lista di problemi psichiatrici ed era già noto alla polizia dal 2017, quando, all'età di 15 anni, era stato tenuto sotto osservazione psichiatrica per tre giorni, visto che un anno prima era stato protagonista, con il fratello, di un episodio di violenza domestica. Nonostante questi precedenti, ad aprile e giugno di quest'anno il ragazzo aveva acquistato legalmente le armi impiegate per uccidere le tre vittime.
La sparatoria avvenuta sabato sarebbe stata motivata da un profondo odio razziale, la polizia su questo sembra non avere dubbi. Palmeter odiava le persone nere, come aveva scritto sul "manifesto" trovato sul suo computer, e sulle armi con cui ha compiuto la strage, ritrovate dagli investigatori, aveva disegnato delle svastiche. Il 21enne, hanno riferito ancora gli inquirenti, avrebbe avuto fin da subito l'intenzione di suicidarsi, ma voleva compiere il gesto solo dopo aver eliminato quanti più neri poteva.

Cosa è successo a Jacksonville
Sabato ricorreva il giorno in cui si commemoravano i sessant'anni dalla prima marcia per i diritti civili a Washington, durante la quale Martin Luther King Jr. pronunciò il suo storico discorso "I have a dream" al Lincoln Memorial, invocando la fine del razzismo. Ma era anche il quinto anniversario di un'altra strage, conosciuta come Landing Shooting e avvenuta sempre a Jacksonville il 26 agosto 2018, giorno in cui il 24enne David Katz fece irruzione a un torneo di videogiochi, uccise due persone e ne ferì una decina, prima di togliersi la vita.
Sembra che Palmeter fosse inizialmente intenzionato a entrare nel campus della Edward Waters University, frequentata da molti studenti afroamericani, ma, non volendo fornire un documento d'identità alle guardie all'ingresso, sia stato allontanato. Così avrebbe ripercorso un pezzo di strada e sarebbe entrato nel negozio dove è avvenuta la strage. Prima, però, avrebbe contattato il padre Steve per chiedergli di leggere e diffondere il suo manifesto. L'uomo avrebbe allertato le forze dell'ordine mezz'ora più tardi, ma il 21enne aveva già aperto il fuoco.

Il massacro è cominciato alle 13.08. Nei video diffusi in rete, si vede il ragazzo con indosso un giubbotto mimetico, maschera, cappellino e guanti, sparare alla prima vittima, Angela Michelle Carr, autista Uber, che si trovava all'interno della sua auto, una Kia, ferma nel parcheggio dello store. Poi Palmeter è entrato nel negozio e ha ucciso il 19enne Anolt Joseph Laguerre e Jerrald Gallion. Alle 13.19, pochi istanti dopo, il killer si è ucciso, prima che gli agenti della Swat potessero arrestarlo.
La reazione di Joe Biden dopo la strage
Negli Stati Uniti "non c'è posto per il suprematismo bianco" ha scritto in un comunicato sulla strage il presidente Joe Biden, in cui condanna il gesto ed esprime le condoglianze alle famiglie delle vittime. Nella nota fa anche sapere che le autorità federali hanno aperto un'indagine sull'attacco. "Dobbiamo rifiutarci di vivere in un Paese in cui le famiglie vanno a fare la spesa o a scuola con la paura di essere uccise per il colore della loro pelle", ha aggiunto Biden. "Il silenzio è complicità e noi non dobbiamo rimanere in silenzio".
Ron DeSantis, governatore dello Stato della Florida, è stato invece molto criticato per alcune dichiarazioni in cui ha ricondotto il problema delle sparatorie di massa nel Paese non alla libera circolazione delle armi ma ai problemi psichici di cui Palmeter era affetto.