Spagna, Pedro Sanchez resta in carica: alcuni giorni fa aveva detto che stava pensando di dimettersi
Pedro Sanchez non si dimette: resterà a capo del governo spagnolo. Lo ha annunciato lui stesso in un messaggio alla nazione, dopo che alcuni giorni fa aveva detto di considerare le dimissioni a causa della "campagna di discredito" contro di lui e della moglie, messa in atto da alcune forze di destra. "Ho deciso di continuare alla guida del governo della Spagna, se possibile con più forza di prima. La campagna di discredito contro me e mia moglie non si fermerà, ma sono in grado di gestirla", ha detto il leader del PSOE parlando dalla Moncloa.
La scorsa settimana Sanchez aveva detto di avere bisogno di alcuni giorni di tempo per riflettere "se valeva pena continuare" alla guida del Paese in quelle condizioni, con una costante campagna di "vessazione e demolizione" da parte delle forze di destra, aveva scritto in una nota, in cui era finita nel mirino anche la moglie, Begona Gomez, accusata di traffico di influenze illecite corruzione. Le indagini erano partite dopo una denuncia di Manos Limpias, una organizzazione vicina a movimenti nostalgici del franchismo e a forze di estrema destra: non è la prima volta che il pseudosindacato – si definisce tale, ma non lo sarebbe sulla carta – porge denuncia contro politici progressisti. Denunce che spesso si sono dimostrate infondate e che si sono concluse con un nulla di fatto.
Il premier è rimasto chiuso nella sede del governo, dove ha un appartamento, insieme alla moglie e alle figlie per cinque giorni, senza condividere nemmeno con il suo staff la decisione che stava maturando. Nel frattempo a Madrid migliaia di persone si sono mobilitate in manifestazioni di solidarietà nei suoi confronti, chiedendogli di rimanere al governo. "La Spagna ha bisogno di te", si leggeva in alcuni striscioni. Il leader del Partito popolare, il principale partito di opposizione, Alberto Núñez Feijóo, invece aveva dichiarato che qualsiasi cosa Sanchez avrebbe deciso, comunque aveva già portato "decadenza e divisione" al Paese.
Nella sua lettera alla cittadinanza, Sanchez aveva scritto: "Ho bisogno di fermarmi e riflettere, devo rispondere urgentemente alla domanda se ne vale la pena nonostante il pantano in cui la destra e l’estrema destra stanno cercando di trasformare la politica".